In Giappone le alluvioni hanno provocato quasi 200 morti
Il bilancio delle vittime continua a salire: villaggi distrutti, 5 milioni di persone evacuate, decine ancora disperse
In Giappone continua a salire il bilancio delle vittime causate dall’ondata di maltempo in corso da giovedì 5 luglio 2018.
L’ultimo aggiornamento riferisce di circa 179 morti e diversi dispersi. Il numero più alto di vittime si registra nella provincia di Hiroshima.
Le autorità hanno ordinato l’evacuazione di circa 5 milioni di persone nelle regioni sud-occidentali del paese.
Le alluvioni hanno sommerso interi villaggi, costringendo gli abitanti a cercare rifugio sui tetti delle abitazioni: nella prefettura di Okayama, i soccorritori sono intervenuti in aiuto di centinaia di persone rimaste intrappolate.
Lo stato di allerta è stato dichiarato in una ventina di prefetture ed è ai massimi livelli a Gifu, nel centro del paese, e a Ehime e Kochi, nell’ovest, per il rischio straripamenti di fiumi, frane e smottamenti.
Nelle operazioni di soccorso sono impegnate circa 73mila persone tra soldati, poliziotti, pompieri, con l’ausilio di 41 elicotteri.
L’agenzia meteorologica Giapponese ha emesso nuovi avvertimenti nelle ultime ore per la possibilità di nuove frane e il bilancio delle vittime e dei danni provocati dalle forti piogge sembra destinato a salire, secondo le autorità locali.
La valutazione dei danni è complicata anche a causa della vastità delle aree colpite.
Le autorità hanno avvertito che potrebbero verificarsi frane anche dopo che la pioggia si sarà placata.
La calamità in corso viene catalogata come una delle peggiori degli ultimi decenni.
Il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, ha cancellato i viaggi in Europa e Medio oriente previsti per i prossimi giorni, a causa dell’emergenza maltempo.
“Non c’é altra scelta”, hanno fatto sapere fonti vicine al premier, che starebbe organizzando, invece, una visita alle aree colpite dalle alluvioni.
Abe era atteso mercoledì 11 luglio a Bruxelles per la firma di due accordi di partnership, economica e strategica, con l’Unione Europea e successivamente in Francia, Arabia Saudita ed Egitto, prima del ritorno in Giappone, previsto per il 18 luglio.
Il premier ha definito “una corsa contro il tempo” gli sforzi delle autorità per salvare dispersi e persone rimaste intrappolate a causa delle piogge.
“I soccorritori stanno salvando vite e procedendo con le evacuazioni, ma ci sono ancora molte persone la cui sicurezza è in pericolo”, ha detto.
L’ultimo disastro di queste proporzioni in Giappone risale al 2014, quando proprio nella zona di Hiroshima ci furono 77 morti.