Giappone, 174 morti in un anno a causa del superlavoro: 88 sono suicidi
Per contrastare il fenomeno del "karoshi" il governo ha proposto alle aziende di lasciar decidere ai propri dipendenti se lavorare 4 o 5 giorni alla settimana
In Giappone il “karoshi“, cioè la morte per super lavoro, è considerato un grave problema sociale: nel 2019, ultimo dato disponibile, sono state riconosciute nel Paese 174 morti collegate all’eccessivo carico lavorativo, 88 delle quali sono avvenute per suicidio. Nel riconoscimento del karoshi, le autorità non fanno leva sulla causa clinica del decesso (che può essere un infarto, un ictus o anche un suicidio, in tal caso si parla di “karo-jisatsu“) ma piuttosto sulle condizioni di lavoro che possono aver innescato la crisi.
Ad esempio, lo scorso marzo l’Ufficio di controllo sulle condizioni di lavoro giapponese ha accertato che la morte di un dipendente del colosso dell’elettronica Sony, avvenuta negli Emirati Arabi Uniti a gennaio 2018, è stata causata da superlavoro. L’uomo, che aveva tra i 40 e i 50 anni, è morto per un infarto. Da quanto risultato nella successiva inchiesta, nei tre mesi precedenti al decesso, aveva lavorato 80 ore mensili medie in più dell’orario normale.
La pandemia di Covid-19 nel 2020 ha complicato i tentativi di applicazione di norme volte a ridurre l’eccesso di ore di lavoro, soprattutto a causa della reticenza relativa allo smartworking, che contrasta con l’immagine del lavoratore devoto che trascorre le ore di straordinario nel proprio luogo di lavoro.
Giappone: la sfida dei 4 giorni di lavoro a settimana
Recentemente, il governo giapponese ha annunciato la volontà di incoraggiare le aziende, tramite le linee guida del Piano economico annuale, a lasciar decidere ai propri dipendenti se lavorare 4 o 5 giorni alla settimana, con l’obiettivo di creare un migliore equilibrio tra impiego e vita privata.
Sarà il lavoratore a decidere il piano che più è conforme alle sue aspettative, confrontandosi con le esigenze dell’azienda. I costi sociali della misura si rifletteranno sul bilancio del prossimo anno fiscale, e consentiranno ai datori di lavoro di introdurre l’opzione della settimana di 4 giorni lavorativi.
Il provvedimento sembra intenzionato a riecheggiare il “successo incredibile” della sperimentazione condotta in Islanda, dove la settimana lavorativa di quattro giorni ha portato a una riduzione delle ore lavorative per la maggior parte dei lavoratori del paese. Anche in Spagna lo scorso marzo il Governo ha approvato la proposta del partito di sinistra Mas Paìs di ridurre a 32 ore la settimana lavorativa per consentire ai lavoratori di trascorrere meno tempo in ufficio a parità di retribuzione.
I dati
Secondo un’indagine dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), pur lavorando in media meno ore di nazioni come l’Italia, l’Australia e il Canada, i dipendenti giapponesi utilizzano un minor numero di giorni vacanze durante l’anno, con un livello di flessibilità aziendale ed efficienza che resta molto più basso.
Nel 2015, 93 suicidi e tentati suicidi furono ufficialmente riconosciuti come morti per eccesso di lavoro e idonee a risarcimento, inoltre 96 decessi da attacco di cuore, ictus e altre malattie furono associate all’eccesso di lavoro.
Nel 2018, per affrontare questo problema, è stato approvato un disegno di legge che modifica otto leggi sul lavoro allo scopo di migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata nel Paese. Le misure, in vigore dal 2022, includono limiti al numero di ore lavorative, un minimo di cinque giorni di ferie annuali retribuite e una multa per i datori di lavoro che hanno infranto queste nuove regole.
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