Giappone, il ministro delle Finanze accusa le donne senza figli del declino del paese
Bufera sul ministro delle finanze giapponese, Taro Aso, che ha incolpato le donne senza figli di essere la causa del declino demografico del paese. Il vicepremier 78enne ha detto durante un comizio che “non sono gli anziani da incolpare, il problema sono coloro che non hanno avuto figli”. Le parole hanno scatenato indignazione e proteste in tutto il paese. Il ministro si è detto pronto a ritrattare se le sue parole “hanno causato l’equivoco”.
Il declino demografico interessa il paese orientale dagli anni ’70. Ad oggi oltre il 20 per cento della popolazione è sopra i 65 anni. Le nascite sono state solo 950mila, a fronte di 1,3 milioni di decessi.
Il governo ha cercato di mettere in campo politiche a favore della natalità, ma rimangono numerosissimi ostacoli che rendono difficile conciliare vita familiare e lavoro per le giovani coppie.
Nel 2018 si è registrato il record negativo di nascite da 100 anni a questa parte. Le conseguenze sull’economia e sullo sviluppo del paese sono molte, secondo gli analisti.
L’aspettativa di vita in Giappone è tra le più alte del mondo, (81 anni per gli uomini e 87 per le donne) e ciò comporta un aumento dei costi per la gestione del sistema pensionistico e sanitario.
Negli anni ’70, le donne giapponesi avevano in media 2,1 bambini, oggi il dato è di 1,4 figli per donna.
Secondo alcune stime la popolazione totale diminuirà di un terzo passando dai 128 milioni del 2010 a 87 milioni nel 2060, anno in cui – secondo le previsioni – gli over 65 rappresenteranno il 40 per cento della popolazione. In questo quadro influisce notevolmente anche il basso tasso di immigrazione nel paese.
Il Giappone si è posto l’obiettivo di aumentare, entro il 2025, il tasso di natalità a 1,8 figli per donna mantenendo una popolazione di almeno 100 milioni di persone nel 2060, ma il dato al momento sembra inverosimile da raggiungere.