Germania, sondaggio Ipsos: “L’Afd supera la Cdu: è il primo partito”

Per la prima volta dal dopoguerra l'estrema destra diventa il primo partito in Germania
Il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) ha superato la coalizione di centro-destra tra cristiano-sociali e cristiano-democratici Cdu/Csu, diventando per la prima volta il movimento con il maggior gradimento elettorale in Germania.
Un nuovo sondaggio condotto da Ipsos mostra un calo di quasi cinque punti percentuali del blocco conservatore del premier in pectore Friedrich Merz, vincitore delle elezioni del 23 febbraio scorso con il 28,5 per cento, che si ferma al 24%, mentre l’AfD di Alice Weidel guadagna oltre tre punti, attestandosi al 25%.
Alternative für Deutschland, arrivata seconda alle elezioni con il 20,8 per cento segnando la migliore performance di un movimento di estrema destra in Germania dalla Seconda guerra mondiale, è diventato così il primo partito tedesco, almeno nei sondaggi. Una svolta festeggiata sui social dalla leader Alice Weidel: “Per la prima volta nella ancora breve storia dell’AfD siamo la forza più forte in Germania. Grazie per la vostra grande fiducia: il cambiamento politico arriverà!”. “I cittadini vogliono un cambiamento politico, e non una coalizione ‘business as usual’ tra Cdu/Csu e Spd”, ha aggiunto.
Ancora in calo il gradimento per i Socialdemocratici (Spd) del cancelliere uscente Olaf Scholz, fermi al 15 per cento dal 16,4% raccolto alle ultime elezioni, che sono in trattative con il centro-destra della Cdu/Csu per formare il prossimo governo di grande coalizione. Si attestano invece a parimerito all’11 per cento i Verdi, in calo di qualche punto rispetto al risultato delle legislative (11,6%), e la Sinistra della Linke, in crescita di oltre due punti in confronto al sorprendente successo elettorale di febbraio (8,8%). Sale al 5 per cento anche il movimento di Sahra Wagenknecht (Bsw), rimasto fuori dal Bundestag per pochi decimali (4,97%), con i Liberaldemocratici del Fdp che, nelle rilevazioni d’opinione come nelle urne (4,3%), continuano a non andare oltre il 4 per cento.