La Germania vuole aumentare il numero dei rimpatri dei richiedenti asilo
La cancelliera Angela Merkel è pronta a cambiare rotta sui rifugiati che hanno visto rifiutata la loro richiesta di asilo, favorendone l'espulsione
La cancelliera Angela Merkel è pronta ad aumentare il numero dei rimpatri dei rifugiati che recentemente hanno chiesto asilo in Germania, lo rivelano fonti di stampa tedesche. Questo nuovo cambio di rotta potrebbe essere dovuto alle pressioni politiche ricevute in seguito all’attacco del 19 dicembre 2016 al mercatino di Natale di Berlino.
Da quel momento, infatti, il tema dell’immigrazione e dei rimpatri si è fatto sempre più scottante in Germania: lo stesso attentatore dello scorso dicembre, Anis Amri, era un rifugiato tunisino, la cui richiesta d’asilo non era stata accettata.
Sono stati già stanziati dal governo federale 90 milioni di euro da sfruttare nell’arco di tutto il 2017. Il piano di Angela Merkel verterà sull’apertura di un nuovo centro per il coordinamento delle espulsioni proprio a Berlino. Altri fondi saranno inoltre destinati come incentivi ai migranti che volontariamente decideranno di lasciare la Germania nel breve periodo.
Altri centri di rimpatrio saranno istituiti a pochi chilometri dai maggiori aeroporti tedeschi, per agevolare le procedure di rientro. La cancelliera ha già predisposto per i prossimi giorni dei tavoli di coordinamento con i 16 governatori dei lander, che saranno direttamente responsabili dell’agevolazione dei rimpatri.
Nel 2015 i maggiori richiedenti asilo in Germania sono stati afghani e siriani, per un totale di 890mila – di cui 25mila sono stati in seguito espulsi e rimpatriati, mentre 55mila hanno scelto di farlo volontariamente. Nessun siriano è stato rimpatriato da allora.
Da quando Angela Merkel ha sponsorizzato la politica delle porte aperte in Germania, è calato il consenso politico nei confronti del suo partito, la Cdu, a favore dell’estrema destra rappresentato dall’AfD (Alternative fur Deutchland).
Le recenti strette sui rimpatri hanno però scaldato ancora di più la scena politica in vista delle elezioni parlamentari di settembre, suscitando critiche dall’Unione socialdemocratica che ha riscosso sempre più approvazioni in seguito alla nomina a leader del partito di Martin Schulz, ex presidente del parlamento europeo.
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A cura di Camillo Barone
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