La Germania vuole chiudere tutte le pratiche di richiesta d’asilo in poche settimane
Angela Merkel ha annunciato che il Paese sarà in grado di gestire tutte le richieste d'asilo pervenute e rimpatriare chi non viene ritenuto idoneo
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato che la Germania velocizzerà le procedure di accettazione delle richieste d’asilo arrivate al governo e provvederà in poche settimane a rimpatriare i migranti che verranno giudicati non idonei a rimanere nel Paese.
I Social democratici e il partito dei Cristiani democratici uniti (Cdu) hanno discusso a lungo, negli ultimi giorni, per stabilire il piano adeguato per affrontare la crisi dei migranti, dopo l’apertura del governo all’accoglienza dei rifugiati.
La Merkel ha precisato che saranno cinque i centri disposti per lo smistamento tra profughi – arrivati da Paesi in guerra e quindi da accogliere nell’Unione europea – e migranti – persone fuggite dai propri Paesi per ragioni economiche, che non verranno accettati come richiedenti asilo e verranno quindi rimpatriati.
Secondo le stime realizzate dalla Germania, il Paese è in attesa dell’arrivo di almeno 800mila migranti, entro il prossimo anno. L’Unione europea ha annunciato il 5 novembre che gli arrivi del 2016 in Europa saranno cinque volte superiori rispetto a quelli dell’anno in corso, con 3 milioni di migranti previsti.
Nonostante il peggioramento delle condizioni climatiche, che negli scorsi anni aveva sempre svolto da deterrente alle partenze, le Nazioni Unite hanno riferito che il numero di migranti che cercano di effettuare la traversata marittima verso l’Europa non sembra essere diminuito. Il viaggio di chi sta partendo in questi ultimi giorni sta diventando sempre più rischioso per l’incolumità dei migranti a causa di piogge, freddo e mare grosso.
In previsione dell’aumento del flusso verso l’eurozona, la Merkel e il leader dei Social democratici tedeschi Sigmar Gabriel hanno sottolineato la necessità di capire le cause per cui le persone si sentono costrette a partire anche da Paesi non in guerra o in cui la situazione politica sembrerebbe stabile e di aumentare i controlli alle frontiere.