Chi è George Soros e perché lo si associa alle teorie complottiste
Il miliardario ungherese è da molti considerato un burattino dei Rotschild, oltre che un avido speculatore. È uno dei maggiori bersagli delle teorie complottiste
George Soros, investitore miliardario la cui fortuna è stimata in 25 miliardi di dollari, è stato uno dei maggiori critici del neoeletto presidente Trump durante la scorsa campagna elettorale.
Soros è diventato famoso durante il cosiddetto “black wednesday” del 16 settembre 1992, con un’operazione di speculazione finanziare che costrinse la Banca d’Inghilterra a svalutare la sterlina, ricavando un guadagno netto di circa un miliardo di dollari.
Nello stesso anno, il mercoledì nero colpì anche l’Italia. Vendendo lire allo scoperto, Soros contribuì una perdita valutaria pari a 48 miliardi di dollari, provocando l’uscita della penisola dal Sistema Monetario Europeo).
Nato a Budapest nel 1930 da una famiglia di ebrei ungheresi, Soros fugge dai regimi fascisti prima in Germania e poi in Inghilterra, dove nel 1954 ottiene un lavoro dalla banca d’affari londinese Singer & Friedlander.
Negli anni, Soros ha contribuito a finanziare il partito democratico statunitense con centinaia di milioni di dollari e ha contribuito al sostentamento di molte ong che si occupano di migranti e diritti umani. Nella lista delle sue donazioni figurano Amnesty International Ireland, Agebra Project, Center for Constitutional Rights, Human Rights Watch, American Civil liberties Union e molte altre.
Allievo di Karl Popper alla London School of Economics, George Soros è stato spesso dipinto come burattino della famiglia Rotschild, oltre che come un avido speculatore. È tutt’ora uno dei maggiori bersagli delle principali teorie complottiste. George Soros negli anni è stato accusato di nefandezze di ogni tipo, dal traffico di esseri umani alle affiliazioni con gruppi sionisti del Nuovo Ordine Mondiale.
Detestato dalla destra conservatrice statunitense, il magnate e filantropo ungherese è stato più volte accusato di speculazione finanziaria e inside trading. In Indonesia è stato condannato all’ergastolo e in Francia ha dovuto pagare una multa di 2,1 miliardi di dollari.
Attaccato dai partiti di destra italiani, come durante il suo incontro del 4 maggio 2017 con Paolo Gentiloni, su George Soros è ricaduta anche l’accusa di finanziare le ong che importano illegalmente immigrati in Europa attraverso il Mediterraneo.
Così Beppe Grillo in un tweet: Presidente Gentiloni, di cosa avete parlato con Soros? Il miliardario l’ha avvisata che è in vista un’altra speculazione? Vuole comprare a prezzi ridicoli qualche gioiello italiano che ancora non è passato in mani straniere? Si è lamentato per l’inchiesta del procuratore Zuccaro sulle ong che agirebbero come taxi del Mediterraneo e che sono finanziate con milioni di dollari ogni anno da Soros stesso? Le ha chiesto di intervenire per bloccare l’inchiesta?
In seguito a un’operazione di hacking di qualche mese fa contro la sua fondazione Open Societies, migliaia di file sensibili sono stati trafugati e caricati in rete, relativi alle attività gestite o finanziate dal miliardario di origini ungheresi. Si tratta di campagne elettorali, fondazioni umanitarie, associazioni per i diritti, società di ricerca che hanno ricevuto fondi per operare o indirizzare il consenso verso temi cari a George, vicino al Partito Democratico americano.
In diretta alla Cnn, George Soros ha dichiarato di aver finanziato la rivoluzione colorata in Ucraina di piazza Maidan per “favorire l’insediamento di una giunta amica degli Stati Uniti”. Ha inoltre affermato di aver operato in maniera simile durante le rivoluzioni in Georgia, Kirghizistan, Myanmar e Iran.
La Soros Foundation è una delle principali promotrici della liberalizzazione della droga nel mondo.
Lo scontro tra Viktor Orban e George Soros
Viktor Orban, durante l’ultima campagna elettorale 2018, ha accusato Soros di un complotto per sopraffare l’Ungheria con migranti musulmani allo scopo di minare la sua eredità cristiana.
Uno degli slogan della campagna elettorale del premier ungherese, riconfermato un mese fa alle elezioni di aprile, era “Stop Soros”.
TPI ha chiesto alla fondazione Open Society, del magnate ungherese George Soros, di dare un spiegazione a questo.
“Questa è una sciocchezza infondata. George Soros ha ripetutamente chiesto un trattamento equo e umano dei migranti e dei rifugiati, e ha chiesto politiche dell’Unione europea che non pongano uno stress sproporzionato sui singoli Stati membri come l’Italia o l’Ungheria. Insieme ad altri finanziatori internazionali, abbiamo sostenuto quattro organizzazioni in Ungheria che forniscono assistenza legale, medica e psicologica ai richiedenti asilo”, ha detto Laura Silber, direttrice comunicazione della Open Society Foundations.
L’opinione di George Soros sulla migrazione è pubblicamente visibile qui. Qui l’intervista completa a TPI.