Washington, migliaia in marcia per George Floyd: “Vogliamo giustizia”. Casa Bianca blindata
Più di 100mila persone hanno marciato a Washington in occasione della manifestazione in memoria di George Floyd. Le strade della capitale statunitense si sono riempite di slogan, cartelli e cori per chiedere giustizia. I manifestanti si sono radunati in diversi punti della città e hanno protestato non solo per l’uccisione dell’afroamericano a Minneapolis da parte della polizia, ma anche per tutti gli altri casi di discriminazione razziale che ancora infestano gli Stati Uniti. La Casa Bianca è stata isolata e blindata.
La marcia è iniziata intorno alle 20 ora italiana di sabato 6 giugno. Il numero di partecipanti è stato elevato, anche se non ha raggiunto le cifre della Women’s March, iniziativa organizzata nella capitale Usa dopo l’Inauguration Day di Donald Trump, nel gennaio 2017. Come detto, per ragioni di sicurezza è stato isolato un quadrante che conduce alla Casa Bianca. La zona è stata presidiata da centinaia di agenti. I manifestanti hanno tappezzato con disegni e scritte il muro che Donald Trump ha fatto erigere come protezione della sua residenza. Lo stesso Trump, tra l’altro, si è visto respingere dal Segretario alla Difesa Mark Esper la richiesta di dispiegare 10mila soldati.
Quanto alla manifestazione, uno dei momenti salienti è stato quello in cui i partecipanti hanno dipinto a caratteri cubitali la scritta “Black Lives Matter” lungo la strada che conduce alla Casa Bianca. Un’iniziativa della sindaca della capitale americana, Muriel Bowser, duramente criticata dall’amministrazione Trump, che per questo le ha dato dell'”incompetente”.
Altre manifestazioni si sono svolte in diverse città degli Stati Uniti, con cori, slogan e richieste di giustizia per George Floyd. Migliaia di manifestanti, in tutta America, si sono ingnocchiati per 8 minuti e 46 secondi, il tempo in cui Floyd è rimasto schiacciato dal ginocchio del poliziotto che lo ha ucciso. Nelle ultime ore, le proteste sono montate anche a causa della vicenda di Manuel Ellis, un altro afroamericano picchiato e ucciso dalla polizia a marzo, ma il cui caso è venuto fuori solo adesso, dopo la diffusione di un video da parte di una donna che aveva assistito al pestaggio.
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