I genitori pregano per il figlio in fin di vita invece di chiamare i soccorsi
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Seth Johnson di sette anni è morto a fine marzo. Dopo il decesso, le autorità locali hanno aperto un'inchiesta dalla quale sono emersi particolari inquietanti
Seth Johnson aveva sette anni quando nel mese di marzo del 2016 si è spento a causa di una pancreatite acuta e di una sopraggiunta setticemia.
Nei mesi successivi al suo decesso, le autorità locali di Plymouth, in Minnesota, hanno aperto un’inchiesta per fare luce su alcuni aspetti legati alla sua morte.
Dalle pagine del rapporto sono emersi particolari inquietanti, che imputano alla famiglia del bambino una certa dose di negligenza.
I genitori di Seth, Timothy e Sara Johnson, sono stati accusati di abbandono e sono comparsi dinanzi a un giudice all’inizio di gennaio, come ha riportato il quotidiano The Independent.
Il caso ha suscitato immediate reazioni e critiche, perché da quanto si evince da alcuni passaggi del rapporto, i genitori invece di allertare i medici e il 911 hanno preferito pregare al capezzale del loro figlio per almeno due ore, nel momento in cui stava esalando il suo ultimo respiro.
La coppia stessa ha ammesso di non aver volutamente richiesto un aiuto perché in passato avevano avuto dei problemi con il personale medico.
Il bambino era malato da settimane, ma nonostante ciò i genitori il weekend prima che Seth morisse avevano deciso di lasciarlo in casa, affidato alle cure del fratello sedicenne, e di andare fuori città per un matrimonio.
“Non possiamo comprendere come un genitore possa aver lasciato il proprio figlio di sette anni, per giunta malato, nelle mani di un ragazzo minorenne e siano potuti partire per un weekend”, ha dichiarato il procuratore della conta di Hennepin, Mike Freeman.
“Né possiamo comprendere come i genitori si siano rifiutati di tornare a casa domenica mattina, per prendersi cura del figlio malato, quando sono stati informati delle sue gravi condizioni di salute. E neppure possiamo capire come i genitori non abbiano chiamato l’ambulanza per ricevere assistenza medica domenica sera, quando finalmente sono rincasati”, ha aggiunto il procuratore.
I Johnson hanno dichiarato la loro innocenza, ma hanno anche raccontato che il comportamento di Seth era cambiato da qualche tempo: si destava spesso dal sonno, aveva sviluppato vesciche sulle gambe, lesioni sui talloni, aveva bisogno di quasi due ore per terminare un pasto e talvolta era caduto dalle scale.
Questi cambiamenti improvvisi non hanno tuttavia spinto la famiglia Johnson a consultare in medico, archiviandoli come disturbi post-traumatici. Inoltre, le ferite sul suo corpo venivano semplicemente trattate con pomata antibiotica Neosporin e “miele medico” con proprietà antinfiammatorie.
Dai rapporti della polizia locale risulta che domenica 29 marzo il figlio maggiore li aveva allertati al telefono spiegando loro che Seth non parlava più e non mangiava, che era letargico e claudicante. Quando i Johnson sono rincasati quella sera, hanno pregato per la sua salute dopo avergli fatto un bagno e adagiato poi sul letto.
Secondo il racconto della coppia, il padre ha tentato di rianimare Seth praticandogli una respirazione bocca a bocca, dopo averlo ritrovato privo di sensi e coperto di vomito, mentre la madre componeva il 911, ma dai rapporti si evince una versione dei fatti differente.
Nelle cinque pagine di rapporto, inoltre, emerge che Seth era stato adottato dalla famiglia Johnson all’età di quattro anni, dopo un periodo di pre-affido.
Il caso di Seth Johnson è stato accostato a quello di una coppia canadese che presumibilmente aveva pregato per due ore dinanzi al loro figlio diabetico in fin di vita.
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