Gaza, la tregua è a rischio: scambio di accuse tra Israele e Hamas. Netanyahu: “Pronti a riprendere i raid”

La tregua fra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza è a forte rischio. Le due parti si accusano reciprocamente di non rispettare l’accordo per il cessate il fuoco, entrato in vigore lo scorso 19 gennaio. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avverte che, se entro mezzogiorno di sabato 15 febbraio il gruppo terroristico palestinese non rilascerà tutti gli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia, le forze armate dello Stato ebraico riprenderanno la sua offensiva.
“Se Hamas non restituisce gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno, il cessate il fuoco verrà interrotto e le Idf torneranno a combattere intensamente finché Hamas non sarà definitivamente sconfitto”, ha dichiarato Netanyahy nella serata di ieri, martedì 12 febbraio. Il premier israeliano ha anche fatto sapere di aver ordinato alle truppe “di radunare le forze dentro e intorno alla Striscia di Gaza”.
Hamas, da parte sua, sostiene di essere impegnato a rispettare la tregua, accusando invece Israele di non aver rispettato i propri impegni: “Sottolineiamo che l’occupazione è la parte che non ha rispettato i suoi impegni, e quindi la responsabilità per eventuali complicazioni o ritardi ricade su di essa”, hanno fatto sapere rappresentanti del gruppo su Telegram.
Ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito “terribile” la minaccia di Hamas di rinviare la liberazione degli ostaggi e ha promesso “un vero inferno” se gli ostaggi non saranno rilasciati, evocando anche la possibilità di bloccare gli aiuti a Egitto e Giordania se i due Paesi dovessero rifiutarsi di accogliere i profughi palestinesi espulsi dalla Striscia nel quadro dell’annunciato piano “Riviera” per il dopoguerra.
“Trump deve ricordare che esiste un accordo che deve essere rispettato da entrambe le parti e che questo è l’unico modo per restituire i prigionieri (ostaggi)”, replica, parlando con l’agenzia di stampa Afp, un alto funzionario del gruppo, Sami Abu Zuhri. “Il linguaggio delle minacce non ha alcun valore e complica ulteriormente le cose”.
Intanto, dalle Nazioni Unite arriva un appello a scongiurare la ripresa del conflitto. “Dobbiamo evitare a tutti i costi la ripresa delle ostilità a Gaza che porterebbe a un’immensa tragedia. Faccio appello ad Hamas affinché proceda con la prevista liberazione degli ostaggi”, scrive su X il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. “Entrambe le parti devono rispettare pienamente gli impegni presi nell’accordo di cessate il fuoco e riprendere negoziati seri”.