Gaza, il gesto dell’85enne pacifista rilasciata: stringe la mano al miliziano di Hamas e gli dice “shalom”
Gaza, il gesto dell’85enne pacifista rilasciata: stringe la mano al miliziano di Hamas e gli dice “shalom”
Una stretta di mano che ha fatto il giro del mondo. È diventato virale il video che mostra l’85enne Yocheved Lifshitz, una dei due ostaggi liberati ieri nella striscia di Gaza, al momento del rilascio.
Una stretta di mano che ha fatto il giro del mondo. È diventato virale il video che mostra l’85enne Yocheved Lifshitz, una dei due ostaggi liberati ieri sera al valico di Rafah, al confine tra l’Egitto e la striscia di Gaza. Nel filmato, al momento del rilascio, si vede l’anziana girarsi per stringere la mano a un miliziano di Hamas, dicendogli “shalom”, saluto ebraico che significa “pace”.
Lifshitz è stata poi caricata su una delle due ambulanze venute a prelevare lei e la 79enne Nurit Cooper. Entrambe erano sono state rapite assieme ai loro mariti nell’attacco senza precedenti del 7 ottobre. I miliziani le hanno prelevate dalle loro case nel kibbutz di Nir Oz, vicino al confine di Gaza. I mariti, di 83 e 84 anni, non sono stati rilasciati.
Alla Bbc, la figlia Sharone ha spiegato di non essere stupita dal gesto della donna. “È da lei”, ha commentato la ragazza, che vive a Londra, spiegando che la madre è un’attivista per la pace, così come suo padre, che in passato ha partecipato ad alcune missioni per portare i medicinali al confine con Gaza.
“Mi hanno messo su una motocicletta, hanno fatto saltare la recizione la cui costruzione è costata due milioni di dollari ma era inutile.
“Sono stata presa in ostaggio, non c’era distinzione tra vecchi e giovani. È stato molto doloroso”, ha racontato durante una conferenza stampa tenuta all’ospedale Barzilai di Ascalona, ricordando il viaggio in motocicletta dopo il rapimento. “Hanno guidato attraverso i campi arati e durante il viaggio la gente mi ha picchiato con dei bastoni”, ha aggiunto. Una volta arrivati nella striscia ha dovuto camminare per diversi chilometri nei tunnel usati dai miliziani. “Ci hanno detto che credono nel Corano e che non avrebbero fatto alcun male. Che avremmo avuto le stesse condizioni che hanno loro”, ha proseguito, secondo quanto riportato dall’emitttente israeliana i24 News.
“C’era un paramedico e veniva anche un medico ogni due giorni. Ci sdraiavamo sui materassi e loro si prendevano cura dell’igiene, per non farci ammalare. Avevano molta paura che si diffondessero malattie. Si sono assicurati che avessimo tutto, sono stati molto cordiali”, ha sottolineato, per poi concludere con un attacco al governo e alle istituzioni che non sono riuscite a prevedere l’attacco. “Siamo rimasti molto feriti dal fatto che l’IDF e Shin Bet non sapessero dell’attacco. Siamo stati il capro espiatorio del governo”.