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Home » Esteri

Medio Oriente, la diretta live della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, le ultime notizie. Gaza: 792 morti dal 18 marzo nei raid di Israele, 62 nelle ultime 24 ore. Onu riduce di un terzo il personale straniero nella Striscia. Cisgiordania: Israele rilascia il regista palestinese premio Oscar Hamdan Ballal. Idf bombardano il sud del Libano: “Ucciso comandante di Hezbollah”. Tel Aviv colpisce anche due basi militari in Siria e vicino Daraa: 5 vittime | DIRETTA

Immagine di copertina
Cratere provocato da un raid aereo di Israele del 20 marzo 2025 nella Striscia di Gaza. Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

Diretta live della guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas a Gaza oggi, martedì 25 marzo

Non si fermano i raid israeliani sulla Striscia di Gaza, dove i morti hanno superato le 50mila vittime dal 7 ottobre 2023. Di seguito le ultime notizie di oggi, martedì 25 marzo 2025, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza e con Hezbollah in Libano, con gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente. [Seguici anche su Instagram]

DIRETTA

Ore 17:00 – Gaza,  al-Jazeera: “16 morti nei raid di oggi di Israele”Almeno 16 persone sono rimaste uccise negli attacchi aerei condotti a partire dall’alba di oggi dalle forze armate di Israele (Idf) nella Striscia di Gaza. Lo riferisce l’emittente qatariota al-Jazeera Arabic, che cita i propri corrispondenti sul campo.

Ore 16:30 – Israele, caso Ronen Bar: Alta Corte di Giustizia sospende il licenziamento del direttore dello Shin Bet – L’Alta Corte di Giustizia in Israele ha sospeso il licenziamento del direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, stabilito la scorsa settimana dal governo Netanyahu. La sentenza, citata dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, segue la richiesta del premier di revocare l’ingiunzione temporanea emessa il 21 marzo scorso dalla stessa Corte che aveva congelato il licenziamento fino all’8 aprile.

Ore 15:30 – Siria: 6 morti nell’attacco dell’Idf nella provincia di Daraa – Sale ad almeno 6 civili il bilancio delle vittime di un attacco condotto oggi dalle forze armate di Israele (Idf) nel villaggio di Koya, nel sud della Siria vicino al confine con lo Stato ebraico. Lo riferisce in una nota il ministero degli Esteri di Damasco, che ha denunciato una “flagrante violazione della sovranità nazionale”. La nuova amministrazione “ha condannato la continua aggressione israeliana contro il territorio siriano”, inclusa “la pericolosa escalation” che ha causato la morte di “sei civili” nella parte occidentale della provincia di Daraa. Le Idf hanno confermato il raid, affermando di aver risposto al fuoco di cinque uomini armati che avevano attaccato un’unità militare dello Stato ebraico. Secondo una nota diramata invece dalle autorità siriane sulla pagina Facebook ufficiale del governatorato di Daraa, il raid, costato la vita anche a una donna, è stato condotto da alcuni carri armati dopo un tentativo di incursione delle Idf nella zona.

Ore 15:00 – Cisgiordania: Israele rilascia il regista palestinese premio Oscar Hamdan Ballal – Le autorità di Israele hanno rilasciato oggi il regista palestinese Hamdan Ballal, che ha co-diretto il documentario “No Other Land”, vincitore del premio Oscar 2025. Lo ha riferito sui social il giornalista israeliano Yuval Abraham, reporter della rivista indipendente +972 e dalla sua controparte ebraica Local Call e co-direttore di “No Other Land”, citando il legale di Hamdan Ballal, Leah Tsemel. “Dopo essere stato ammanettato tutta la notte e picchiato in una base militare, Hamdan Ballal è ora libero e sta per tornare a casa dalla sua famiglia”, ha scritto Abraham su X.

Ore 14:30 – Yemen, Unicef: “Oltre mezzo milione di bambini soffrono della forma più letale di malnutrizione” – Oltre mezzo milione di bambini nello Yemen soffrono della forma più letale di malnutrizione. La denuncia arriva direttamente dall’Unicef, secondo cui il conflitto in corso nel Paese arabo ormai da undici anni è “caratterizzato da fame, privazioni e, oggi, da una preoccupante escalation”. “Un bambino su due di età inferiore ai cinque anni soffre attualmente di malnutrizione acuta” nella capitale Sana’a, ha dichiarato oggi in conferenza stampa il rappresentante dell’Unicef in Yemen, Peter Hawkins. “Oltre 537 mila bambini soffrono di malnutrizione acuta grave”, la forma più letale. “Si tratta di una condizione terribile, pericolosa per la vita, che è del tutto prevenibile”, ha affermato Hawkins, secondo cui “la malnutrizione indebolisce il sistema immunitario, arresta la crescita e priva i bambini del loro potenziale”. “In Yemen, questa non è solo una crisi sanitaria, ma una condanna a morte per migliaia di persone”, ha spiegato il rappresentante dell’Unicef in Yemen. “Altrettanto allarmante è il fatto che 1,4 milioni di donne incinte e che allattano siano malnutrite”, ha affermato Hawkins, secondo cui “più della metà della popolazione dipende dagli aiuti umanitari per sopravvivere”. Secondo l’Onu, la guerra civile in Yemen ha ucciso centinaia di migliaia di persone dal 2014 e ha causato una delle peggiori crisi umanitarie al mondo.

Ore 14:00 – Sospetto attentato in Israele: “neutralizzato” un uomo che aveva tentato di investire un poliziotto a un posto di blocco – Un uomo alla guida di un’auto ha tentato di investire un agente di polizia a un posto di blocco vicino a Mishor Adumim, nei pressi della Highway 1. Lo ha reso noto la polizia israeliana in un comunicato citato dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui subito dopo il sospettato è fuggito dalla scena ma è stato in seguito intercettato presso un altro posto di blocco, dove è stato colpito mentre cercava nuovamente di scappare. Le autorità stanno indagando sull’incidente come un possibile attacco terroristico. Non sono stati segnalati feriti, ad eccezione del sospettato, che secondo la polizia “è stato neutralizzato”.

Ore 13:30 – Israele, il ministro della Difesa Katz: Hamas pagherà “prezzi sempre più alti” se non libererà gli ostaggi – Israele continuerà a impossessarsi sempre di nuovi territori nella Striscia di Gaza e a far pagare “prezzi sempre più alti” a Hamas, se il gruppo non libererà gli ostaggi. La minaccia arriva da un nuovo video comunicato diramato oggi dall’ufficio del ministro della Difesa israeliano Israel Katz. “Il nostro obiettivo principale ora è riportare a casa tutti i rapiti”, ha detto Katz. “Se Hamas continua a rifiutarsi, pagherà prezzi sempre più alti: prenderemo territori e ostacoleremo terroristi e infrastrutture finché non saranno completamente sconfitti”.

Ore 13:15 – Israele: tribunale congela provvisoriamente 13 milioni di dollari all’Anp, accusata di complicità in terrorismo – Il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha emesso oggi un’ordinanza provvisoria che dispone il congelamento di 50 milioni di shekel israeliani, circa 13 milioni di dollari, di fondi dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) a favore del rabbino Leo Dee, la cui moglie e le due figlie furono assassinate tre anni fa in un attentato di Hamas. Lo riferisce il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui il rabbino aveva intentato causa a ottobre contro l’Anp e Hamas, accusando entrambi di essere responsabili dell’attacco compiuto nel 2022 in cui morirono i suoi familiari. L’ordine del tribunale, il primo del genere in Israele, mira a risarcire le famiglie delle vittime sequestrando, secondo il team legale del querelante, i fondi dirottati dall’Anp verso le famiglie dei terroristi. “Le risorse dell’Anp non dovrebbero sostenere il terrorismo”, ha affermato il rabbino Dee. “Esorto altre vittime del terrorismo in Israele a perseguire azioni simili. Insieme, possiamo spogliare il nemico dei suoi beni”.

Ore 13:00 – Cisgiordania, l’avvocato del regista palestinese: “Hamdan Ballal picchiato dalla polizia e ancora in custodia” – Il regista palestinese Hamdan Ballal, che ha co-diretto il documentario vincitore del premio Oscar 2025 “No Other Land”, è stato picchiato dalla polizia di Israele dopo il suo arresto e si trova ancora in custodia delle autorità nell’insediamento israeliano di Kiryat Arba, alla periferia di Hebron, nel sud della Cisgiordania occupata. Lo ha riferito sui social il giornalista israeliano Yuval Abraham, reporter della rivista indipendente +972 e dalla sua controparte ebraica Local Call e co-direttore di “No Other Land”, citando il legale di Hamdan Ballal, Leah Tsemel. “Dopo l’aggressione, Hamdan è stato ammanettato e bendato per tutta la notte in una base militare mentre due soldati lo picchiavano a terra, ha detto il suo avvocato Leah Tsemel dopo aver parlato con lui poco fa”, ha scritto Yuval Abraham sui social. “È ancora detenuto nella stazione di polizia di Kiryat Arba”.

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Ore 12:45 – Gaza, Save the Children: “270 bambini uccisi nell’ultima settimana” – Almeno 270 bambini sono rimasti uccisi a causa degli attacchi condotti nell’ultima settimana dalle forze armate di Israele (Idf) nella Striscia di Gaza. La denuncia arriva da Save the Children, secondo cui da quando Tel Aviv ha ripreso la guerra a Gaza, la Striscia sta vivendo alcuni dei “giorni più letali per i bambini”. “Bombe che cadono, ospedali distrutti, bambini uccisi (e) il mondo resta in silenzio”, denuncia Rachael Cummings, direttrice umanitaria di Save the Children a Gaza. “Nessun aiuto, nessuna sicurezza, nessun futuro”. Secondo l’ong, la ripresa della guerra è “una condanna a morte per i bambini di Gaza”. Dall’inizio della guerra il 7 ottobre 2023, secondo il ministero della Salute di Gaza, almeno 15.613 minori sono stati uccisi e 33.900 sono stati feriti. “I bambini vengono uccisi nel sonno nelle tende, vengono affamati e attaccati”, denuncia l’ong. “L’unico modo per garantire che i bambini e le famiglie siano protetti è attraverso un cessate il fuoco definitivo”.

Ore 12:30 – Gaza: Onu riduce di un terzo il personale straniero per motivi di sicurezza – Le Nazioni Unite hanno intenzione di ridurre di circa un terzo il personale straniero impiegato nella Striscia di Gaza a causa del deterioramento delle condizioni di sicurezza dopo la fine della tregua nel territorio costiero palestinese.”Stiamo cercando di ridurre di circa un terzo i numeri del personale internazionale e questo è dovuto al fatto che il Segretario generale (Antonio Guterres, ndr) non ha il potere di garantire la sicurezza del personale delle Nazioni Unite”, ha detto oggi la portavoce Onu, Alessandra Vellucci, in una conferenza stampa a Ginevra. Questo significa, ha spiegato la direttrice dello United Nations Information Service nella sede Onu in Svizzera, che circa 30 su 100 membri del personale internazionale dovranno lasciare Gaza. “Le agenzie interessate includono il Programma alimentare mondiale (Wfp), l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef)”, ha aggiunto Vellucci.

Ore 12:00 – Gaza: 792 morti dal 18 marzo, 62 soltanto nelle ultime 24 ore – Almeno 62 persone sono rimaste uccise e 296 sono state ferite nella Striscia di Gaza a causa degli attacchi condotti dalle forze armate di Israele nelle ultime 24 ore nel territorio costiero palestinese. L’ultimo bilancio delle vittime è stato diramato dal ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas, secondo cui queste cifre portano a 50.144 i morti e a 113.704 i feriti registrati nella Striscia dal 7 ottobre 2023, di cui 792 morti e 1.663 feriti soltanto dal 18 marzo scorso.

Ore 11:30 – Gaza, al-Jazeera: “Idf intimano a decine di migliaia di palestinesi di evacuare dal nord della Striscia” – Le forze armate di Israele (Idf) hanno intimato a decine di migliaia di residenti nel nord della Striscia di Gaza di lasciare le proprie case, annunciando nuovi raid in risposta la lancio di razzi da parte di Hamas contro lo Stato ebraico. Lo riporta l’emittente qatariota al-Jazeera, citando i propri corrispondenti sul campo. La notizia non è stata confermata dall’Idf, la cui unità portavoce in lingua araba non ha finora emanato, come di consueto in questi casi, nuovi ordini di evacuazione rivolti alla popolazione della Striscia.

Ore 11:00 – Gaza, Hamas lancia un appello ai “leader e alle masse delle nazioni arabe e islamiche”: “Fermate l’assedio” – Hamas ha lanciato oggi un “appello alle masse delle nazioni arabe e islamiche, alle persone libere e a tutti coloro che si battono per la giustizia e la libertà nel del mondo” a intensificare la pressione su Israele affinché cessi i suoi attacchi nella Striscia di Gaza. “Bisogna usare tutti i mezzi possibili per rompere l’assedio, fermare le uccisioni e porre fine alla carestia. Tutti gli sforzi e tutte le energie dovrebbero essere indirizzati a sostenere Gaza, curarne le ferite e rafforzarne la resilienza”, ha affermato il gruppo trroristico palestinese in una nota diramata su Telegram, citata dall’emittente qatariota al-Jazeera. “Invitiamo i leader mondiali ad assumersi la loro responsabilità storica in questo momento cruciale. Devono prendere misure decisive per fermare questa guerra”.

Ore 10:30 – Israele conferma il raid nel sud del Libano: “Ucciso un comandante di Hezbollah” – Le forze armate di Israele (Idf) hanno confermato il raid condotto oggi nel governatorato di Nabatieh, nel sud del Libano, in cui è rimasto ucciso Hassan Kamal “Abu-Osama” Halawi, comandante di un’unità anticarro del gruppo armato sciita Hezbollah. La vittima, secondo una nota diramata dall’unità portavoce delle forze armate dello Stato ebraico (Idf), aveva “promosso molteplici operazioni terroristiche contro Israele ed era responsabile del trasferimento di agenti e armi per Hezbollah nel Libano meridionale”.

Ore 10:15 – Israele conferma il raid nel sud della Siria: “Uccisi 5 uomini armati che avevano aperto il fuoco contro le Idf” – Le forze armate di Israele (Idf) hanno confermato il raid condotto oggi nella Siria meridionale, affermando di aver risposto al fuoco di cinque uomini armati che avevano attaccato un’unità delle Idf. L’incidente, secondo una nota diramata dall’unità portavoce delle forze armate dello Stato ebraico (Idf), “è avvenuto in un’area precedentemente controllata da una fazione estremista affiliata all’Isis”, colpita da un jet da combattimento israeliano che ha centrato il gruppo che aveva aperto il fuoco contro i militari dell’Idf. Secondo una nota diramata invece dalle autorità siriane sulla pagina Facebook ufficiale del governatorato di Daraa, il raid che oggi ha ucciso cinque persone, tra cui una donna, nel villaggio di Koya, nel sud della Siria vicino al confine con Israele, era stato condotto da alcuni carri armati dopo un tentativo di incursione delle Idf nella zona.

Ore 10:00 – Siria: 5 morti in un attacco dell’Idf nel sud – Almeno 5 persone, tra cui una donna, sono rimaste uccise oggi nel villaggio di Koya del governatorato di Daraa, nel sud della Siria vicino al confine con Israele, a seguito di un attacco dell’artiglieria delle forze armate dello Stato ebraico (Idf). La notizia è stata confermata dalle autorità siriane in un post pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale del governatorato di Daraa, secondo cui il raid ha causato “uno stato di paura e panico” in città. Secondo il portale libanese Tayyar, che cita fonti sul campo, l’Idf “ha bombardato il villaggio con carri armati”. Le Idf non hanno finora commentato ma la notizia è stata diffusa poche ore dopo che l’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato due basi aeree siriane nei pressi della città di Palmira.

Ore 9:45 – Siria, media: “4 morti in un’incursione dell’Idf nel sud” – Almeno 4 persone sono rimaste uccise oggi nel villaggio di Koya del governatorato di Daraa, nel sud della Siria vicino al confine con Israele, a seguito di un tentativo di incursione delle forze armate dello Stato ebraico (Idf). Lo riferisce il portale libanese Tayyar, che cita fonti sul campo, secondo cui l’Idf “ha bombardato il villaggio con carri armati, uccidendo quattro persone”. Altre fonti locali parlano invece di 7 vittime. Le Idf non hanno finora commentato.

Ore 9:30 – Gaza, al-Jazeera: “23 morti nei raid odierni di Israele” – Almeno 23 persone, compresi 7 minori, sono rimaste uccise negli attacchi aerei condotti dalla mezzanotte di oggi dalle forze armate di Israele (Idf) nella Striscia di Gaza. Lo riferisce l’emittente qatariota al-Jazeera, che cita fonti sanitarie del territorio costiero palestinese.

Ore 9:00 – Cisgiordania: uccisi tre palestinesi in un raid a Qalqilya. Israele: “Preparavano un attentato” – Almeno tre uomini armati sono rimasti uccisi nella notte nella città di Qalqilya, nella zona centro-occidentale della Cisgiordania occupata da Israele, durante uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza dello Stato ebraico. Lo riferiscono in una nota congiunta la polizia di frontiera e i servizi interni dello Shin Bet, secondo cui le truppe israeliane hanno ucciso un “terrorista ricercato”, insieme a due complici, che “aveva pianificato di portare a termine un attacco terroristico contro cittadini israeliani in tempi rapidi”. Il sospettato, si legge nella nota, ha aperto il fuoco contro le truppe israeliane, che hanno risposto con proiettili veri, razzi lanciati a spalla e un drone esplosivo, uccidendo lui e altre due persone.

Ore 8:00 – Libano: raid dell’Idf nel sud. Media: “Ucciso un comandante di Hezbollah” – Hassan Kamal Abu-Osama, comandante di un’unità corazzata del gruppo armato sciita Hezbollah, è rimasto ucciso in un attacco aereo condotto ieri sera dalle forze armate di Israele (Idf) nel sud del Libano. Lo riferiscono l’emittente Sky News Arabia e il quotidiano locale L’Orient Le-Jour, che danno un nome alla vittima del raid segnalata dal Centro operativo di emergenza del ministero della Salute di Beirut all’agenzia di stampa ufficiale libanese Nna, secondo cui il bombardamento ha colpito un veicolo in transito nel centro del villaggio di Qaaqaiyet el-Jisr, nel distretto di Nabatieh, nel sud del Paese arabo. Le Idf non hanno finora commentato il raid.

Ore 7:30 – Siria: Israele bombarda due basi vicino Homs – Le forze armate di Israele (Idf) hanno bombardato all’alba due basi militari in Siria. Lo hanno annunciato questa mattina in una nota le Idf, secondo cui l’Aeronautica colpito “le capacità militari rimaste nelle basi militari siriane di Palmira e T4”, nella regione di Homs, nell’ovest della Siria. “L’Idf continuerà ad agire per rimuovere qualsiasi minaccia posta ai cittadini dello Stato di Israele”, si legge nella dichiarazione dei militari israeliani.

Ore 7:00 – Cisgiordania: regista palestinese premio Oscar aggredito dai coloni israeliani e poi arrestato dall’Idf – Il regista palestinese Hamdan Ballal, che ha co-diretto il documentario vincitore del premio Oscar “No Other Land” insieme al giornalista israeliano Yuval Abraham, è stato arrestato ieri sera dalle autorità di Israele con l’accusa di aver lanciato pietre contro le forze di sicurezza dello Stato ebraico, dopo essere stato aggredito da un gruppo di circa 15 coloni armati a Susiya, nella zona di Masafer Yatta, a sud di Hebron, nel sud della Cisgiordania. La notizia dell’arresto di Hamdan Ballal è stata confermata ieri sera dall’unità portavoce delle forze armate di Israele (Idf), secondo cui “ieri sera, diversi aggressori hanno lanciato pietre contro i civili israeliani, danneggiando i loro veicoli vicino a Susiya, nel settore della Brigata della Giudea”. “Sulla scena è poi scoppiato un violento scontro, con lancio reciproco di pietre tra palestinesi e israeliani”, riferisce in una nota l’Idf. “All’arrivo dei militari e delle forze di polizia per disperdere la folla, diversi aggressori hanno iniziato a lanciare pietre contro il personale di sicurezza. Per tutta risposta, le truppe hanno arrestato tre palestinesi sospettati di aver lanciato pietre contro le forze di sicurezza, così come un civile israeliano coinvolto nella rissa. I fermati sono stati portati via per ulteriori interrogatori dalla polizia israeliana. Un civile israeliano ferito nell’incidente è stato evacuato per ricevere cure mediche”. Una ricostruzione che cozza con quella del giornalista israeliano Yuval Abraham, reporter del portale +972, secondo cui “un gruppo di coloni ha aggredito” il regista. “Lo hanno picchiato e ha riportato ferite sanguinanti alla testa e allo stomaco. I soldati hanno fermato l’ambulanza che lo aveva soccorso e lo hanno portato via”, ha scritto ieri sera Abraham sui social. “È ferito e trattenuto in una stazione di polizia di un insediamento (israeliano in Cisgiordania, ndr). Non gli hanno ancora permesso di parlare con il suo avvocato”, ha aggiunto questa mattina. Una versione dei fatti confermata al quotidiano britannico The Guardian da un altro dei co-registi di “No Other Land”, Basel Adra, secondo cui la polizia si trovava sulla scena “fin dall’inizio”. “C’erano decine di coloni insieme ai soldati israeliani e ci minacciavano con le armi”, ha detto Adra al Guardian. “La polizia era lì fin dall’inizio e non è intervenuta. Mentre i soldati puntavano le armi contro di noi, i coloni hanno iniziato ad attaccare le case dei palestinesi. Hamdan ha cercato di proteggere la sua famiglia e i coloni lo hanno attaccato. I militari hanno iniziato a sparare in aria per impedire a chiunque di aiutare Hamdan. Lui stava gridando aiuto. Hanno lasciato che i coloni lo attaccassero e poi l’esercito lo ha arrestato”.

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