Gaza, è caos dopo la provocazione di Netanyahu: “Annettiamo parte della Cisgiordania”
L'aviazione israeliana ha risposto all'attacco dei palestinesi che ieri hanno lanciato un razzo verso la città dove il primo ministro di Israele stava tenendo un comizio
Escalation di tensione in Medio Oriente. Dopo la provocazione del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu che, a 7 giorni dalle nuove elezioni, ha detto di voler annettere parte della Cisgiordania, le fazioni islamiche sono in fermento. Ieri, 10 settembre, da Gaza sono partiti due razzi, di cui uno diretto verso Ashdod, città nel Sud del paese dove Netanyahu stava tenendo un comizio del Likud.
L’attacco è stato neutralizzato da una batteria Iron Dome, ma il premier, per sicurezza era stato interrotto dalla sicurezza e condotto in un rifugio. Anche il pubblico era corso ai ripari.
La risposta non si è fatta attendere e nella notte l’aviazione israeliana ha colpito “15 obiettivi della organizzazione terroristica Hamas”, fra cui un “tunnel offensivo”. Lo riferisce un portavoce militare.
Netanyahu ridicolizzato dalla stampa palestinese
Le immagini del premier Netanyahu che scappa dal palco e viene spinto in un rifugio sono presto diventate virali sui siti palestinesi. Diversi siti hanno pubblicato con evidenza e frasi di compiacimento le immagini del premier israeliano Netanyahu mentre scende di corsa dal palco. “L’uomo più potente del Medio Oriente costretto a fuggire”, afferma uno dei siti islamici che elogia le milizie di Gaza.
In genere le visite di Netanyahu vicino ai confini di Israele sono protette dalla censura e sono rese pubbliche solo al loro termine. Ma ieri il comizio di Netanyahu ad Ashdod è stato trasmesso in diretta dalla pagina Facebook del Likud. Non è dunque escluso – afferma la stampa israeliana – che quel comizio sia stato notato anche a Gaza mentre si stava svolgendo.
Gaza, perché si sono riaccese le tensioni
Il premier israeliano Netanyahu ha annunciato, a sette giorni dalle prossime elezioni, che in caso di vittoria intende estendere la sovranità di Israele agli insediamenti ebraici in Cisgiordania, in particolare sulla valle del Giordano e sul Mar Morto settentrionale. Una scelta che ha provocato l’ira dei palestinesi e non solo.
Turchia e Giordania hanno definito i messaggi del premier “illegali ed aggressivi” avvertendo che una simile mossa “spingerebbe l’intera regione verso la violenza”.