Gas, tetto ai prezzi: Mosca non riapre Nord Stream. Ue, Michel contro von der Leyen: “È in ritardo”
Gas, tetto ai prezzi: Mosca non riapre Nord Stream. Ue, Michel contro von der Leyen: “È in ritardo”
Nord Stream 1, il passaggio principale per il trasporto del gas russo in Europa occidentale, non ripartirà oggi. Lo ha annunciato il gigante energetico russo Gazprom, specificando che le forniture tramite il gasdotto che collega direttamente Russia e Germania sono state “completamente fermate”.
Uno stop che andrà ben oltre i tre giorni inizialmente previsti per la manutenzione del gasdotto. Anche per questa sospensione, stavolta indefinita, Gazprom si è giustificata facendo riferimento a problemi tecnici dovuti a “guasti e danni”. L’annuncio è arrivato poco dopo il via libera dei paesi del G7 a un tetto ai prezzi del petrolio russo, mentre l’Unione Europea si prepara ad approvare un “price cap” sullo stesso gas.
“Un’altra conferma dell’inaffidabilità” di Gazprom, l’ha definita il portavoce della commissione europea, che sta preparando un piano per affrontare la crisi energetica. “Sono della ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa”, aveva detto ieri Ursula der Leyen, presidente della commissione, suscitando una dura risposta da parte della Russia.
Gli attacchi alla commissione non sono venuti solo da Mosca. Anche il presidente del consiglio europeo, Charles Michel, non ha risparmiato critiche ai commissari europei, colpevoli di non aver agito in tempo contro i rincari record dei prezzi del gas. “Al consiglio europeo della crisi energetica discutiamo da ottobre”, ha detto il politico belga, intervistato da La Stampa e altri quotidiani europei. “Diverse volte abbiamo invitato la commissione a presentare proposte concrete“. Michel ha accusato la commissione di essere in ritardo sul tema dei prezzi: “il consiglio le ha chiesto più volte di fare proposte per limitare l’impennata dei prezzi. Secondo il presidente dell’organo che riunisce i capi di stato e di governo dell’Unione Europea, “per l’Ue è una questione di credibilità”. “Un dibattito ideologico sugli strumenti non è sufficiente, la commissione deve presentare proposte con urgenza: non possiamo permetterci il lusso di attendere settimane o mesi. Ci servono le proposte, ora!”.