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“La più grande garanzia di sicurezza per l’Europa è la vittoria dell’Ucraina”: a TPI parla il ministro estone Reinsalu

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A un anno dall’invasione russa analizziamo il conflitto in corso con il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu

A settembre dello scorso anno abbiamo parlato della “crisi ucraina” e, in particolar modo, della sospensione dei visti turistici Schengen ai cittadini della Federazione russa proposta dall’Estonia e da altri Paesi come Lettonia e Finlandia. Il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu, sul tema, ci aveva detto che “Abbiamo imposto una sanzione nazionale per il visto Schengen, vietando il viaggio in Estonia per quei cittadini russi a cui è stato rilasciato un visto dall’Estonia. È un passo importante e significativo per dimostrare che, come Paese, non accettiamo la guerra condotta dalla Russia e i viaggi di vacanza dei turisti provenienti dallo Stato aggressore e vogliamo compiere sforzi sistematici per continuare ad aumentare il costo dell’aggressione per la Russia”.

La guerra continua. A quasi un anno dall’invasione russa in Ucraina analizziamo, alla luce dei fatti degli ultimi mesi, la posizione estone e dello scacchiere Baltico nell’ambito della guerra in corso.

Quella in Ucraina, secondo lei, è la guerra di Putin o la guerra di tutti i russi?
È la guerra della Russia. 

Piazza di Spagna, il Louvre, Brandenburger Tor o la Città Vecchia di Tallinn. Allo stesso tempo, Bucha, Irpin, Mariupol e migliaia di ucraini uccisi negli ultimi dodici mesi. È giusto che i turisti russi siano liberi di andare ovunque in Europa, mentre il loro Paese sta conducendo una guerra contro l’Ucraina?
La scorsa estate il governo ha adottato una sanzione che limita il rilascio di visti ai cittadini della Federazione Russa e l’ingresso attraverso la frontiera esterna con un visto Schengen rilasciato dall’Estonia. In via eccezionale, il permesso di soggiorno degli studenti che studiano in Estonia e stanno completando gli studi è stato prorogato di un anno. La decisione è scaturita dall’aumento massiccio di cittadini russi in transito o in arrivo nel nostro Paese. L’opzione di visite di massa di cittadini russi in Estonia o in Europa attraverso l’Estonia non è in linea con lo spirito delle sanzioni da noi imposte. Il nostro obiettivo era impedire ai cittadini dello stato aggressore di continuare la loro abituale vita internazionale mentre la Russia conduce una guerra brutale in Ucraina. 

Quali sono le misure al riguardo portate avanti in questi mesi dal governo estone?
Questo gennaio l’Estonia ha inviato il più grande pacchetto di aiuti militari finora stanziato a favore dell’Ucraina, portando il totale dell’assistenza fornita a 370 milioni di euro in un anno, più dell’1% del nostro PIL. L’Estonia chiede inoltre a tutti gli Stati di aumentare loro aiuti militari all’Ucraina (military aid to Ukraine) portandola all’1% del loro PIL perché vogliamo che la guerra finisca, ma la Russia ha inviato un chiaro segnale che intende continuare la sua guerra di conquista. Stiamo inoltre cercando modi legali per utilizzare i beni russi congelati nel nostro Paese e nell’UE per la ricostruzione in Ucraina, seguendo l’esempio del Canada nel trovare una soluzione. Continuiamo a lavorare all’adozione del decimo pacchetto di sanzioni e alla fornitura di aiuti umanitari all’Ucraina, oltre a sostenere Kiev nel suo percorso verso l’Unione europea e la NATO.

Immediatamente dopo l’inizio della guerra, l’Unione Europea ha adottato decise misure per chiudere lo spazio aereo dell’UE agli aerei russi. Qual è la situazione adesso?
Lo spazio aereo dell’Unione Europea è chiuso agli aerei russi. Gli aeromobili immatricolati in Russia e ispezionati dalla Russia non possono entrare nello spazio aereo dell’UE. A questi aeromobili non è consentito atterrare, decollare o sorvolare l’Unione europea. Questo vale per tutti gli aerei.

Cosa la preoccupa maggiormente?
La situazione della sicurezza in Europa e il mantenimento dell’unità nell’UE e nella NATO.

Qual è la sua ricetta in proposito?
Stiamo compiendo sforzi quotidiani verso l’unità nell’Unione europea e nella NATO e oggi posso dire che siamo più forti che mai come partner nell’UE e come alleati nella NATO. La più grande garanzia di sicurezza per l’Europa, Estonia inclusa, è la vittoria dell’Ucraina. 

L’unica via d’uscita continua a essere, secondo lei, continuare a inasprire le sanzione sul Cremlino per porre fine alla guerra?
Bisogna far lievitare i costi della guerra per Mosca affinché finisca  questa guerra (until it ends this war). Resteremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Dalla dichiarazione di Marienborg – siglata nell’agosto scorso dai capi di Stato e di governo di Danimarca, Germania, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Svezia e Finlandia – è emersa l’esigenza di un’azione urgente per aumentare l’indipendenza energetica. Qual è oggi la dipendenza energetica estone dalla Russia? E quali le strategie a medio – lungo termine per smarcarsi dalle forniture russe? Attualmente l’Estonia dipende dal punto di vista energetico dalla Russia solo perché fa ancora parte del sistema elettrico russo e bielorusso, ovvero le nostre reti sono collegate fisicamente e la frequenza è la stessa. Questo non significa che acquistiamo elettricità dalla Russia o vendiamo elettricità alla Russia. Sono anni che non effettuiamo scambi di elettricità con la Russia.

L’anno scorso abbiamo smesso di acquistare gas dalla Russia e abbiamo istituito un terminale GNL aggiuntivo in collaborazione con la Finlandia. Inoltre, non abbiamo bisogno di acquistare carburanti per il trasporto (benzina e diesel) dalla Russia; ci sono due raffinerie di petrolio nella nostra regione (in Finlandia e Lituania), che riforniscono di carburante liquido le nostre stazioni di servizio. Nessuna delle due raffinerie acquista greggio dalla Russia. Abbiamo in programma di effettuare il cambio di frequenza il prima possibile.

Fortunatamente, ci stiamo preparando a questo cambio di rete sincrono da 10 anni e ormai abbiamo raggiunto una fase in cui sono già stati effettuati investimenti ingenti. Quali gli obiettivi per la Difesa estone? L’obiettivo dell’Estonia è aumentare le capacità di difesa dell’Estonia e del fianco orientale della NATO, perché come è stato ribadito a Madrid, la più grande minaccia alla sicurezza della NATO è la Russia. Tuttavia, non ci aspettiamo che i nostri alleati della NATO facciano la parte del leone nel rafforzare la nostra sicurezza.

Quest’anno, la spesa per la difesa dell’Estonia salirà a circa il 2,7% del nostro PIL e nel 2024 aumenterà a oltre il 3% del nostro PIL. Alla luce del primo anno di guerra in Ucraina e dei tentativi diplomatici in atto, qual è la posizione estone e dello scacchiere Baltico? L’Estonia e gli Stati Baltici sono stati in prima linea nel sostenere l’Ucraina fin dall’inizio, sia a parole che con i fatti. Insieme abbiamo lavorato per garantire all’Ucraina la necessaria assistenza militare, economica e politica e gli aiuti umanitari. Nel fare ciò, la nostra voce è stata forte nell’arena internazionale dove siamo ascoltati; ad esempio, abbiamo chiesto l’imposizione di severi pacchetti di sanzioni all’UE, la fornitura dell’aiuto militare necessario all’Ucraina e la garanzia della responsabilità legale della Russia.

Stiamo anche compiendo sforzi congiunti per rafforzare la sicurezza della regione. Insieme abbiamo sviluppato iniziative volte a combattere le minacce ibride, garantire deterrenza e difesa, rafforzare il confine e sostenere l’Ucraina, che sono state successivamente implementate con successo in varie forme e contesti, tra cui l’Unione Europea, la NATO e l’ONU.

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