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Il Gambia è sull’orlo di un conflitto

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Tutto quello che c'è da sapere su quello che sta succedendo nel paese, dove il presidente Jammeh non vuole lasciare il posto al candidato Barrow che ha vinto le elezioni

aggiornamentoLe truppe senegalesi hanno fatto ingresso in Gambia, secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’esercito del Senegal giovedì 19 gennaio 2017. L’annuncio arriva dopo la notizia che il presidente eletto Adama Barrow ha giurato nell’ambasciata gambiana in Senegal.

Il presidente del Gambia Yahya Jammeh si rifiuta di dimettersi e lasciare il posto ad Adama Barrow, uscito vittorioso dalle elezioni del 1 dicembre 2016, nonostante la minaccia di un intervento militare da parte degli stati confinanti, tra cui il Senegal. Il giuramento di Barrow sarebbe dovuto avvenire oggi, 19 dicembre, ma Jammeh ha dichiarato lo stato di emergenza, cercando di ritardare il passaggio di potere, appoggiato dal parlamento. 

Il presidente eletto Adama Barrow ha annunciato che giurerà nell’ambasciata del Gambia a Dakar, in Senegal e ha invitato i cittadini gambiani, con un post su Facebook, a partecipare al giuramento che si terrà alle 17, ora italiana. 

Le forze militari dell’Africa Occidentale sono pronti a far rispettare il passaggio di potere del piccolo stato dell’Africa occidentale e uno dei più piccoli paesi del mondo, che conta 2 milioni di abitanti. Ma il presidente Jammeh ha dichiarato che qualsiasi intervento esterno sarà considerato un atto di guerra. 

Il Gambia, che è quasi completamente circondato dal Senegal, nel 1965 ottenne l’indipendenza dall’Impero britannico. Dall’indipendenza fino al 1994, il paese è stato governato da Dawda Jawara, sostenuto dal Partito Progressista del Popolo. Nell’estate del 1994, un colpo di stato portò al potere Yahya Jammeh, militare, esponente dell’Alleanza Patriottica per il riorientamento e la costruzione. lI 12 dicembre 2015 il presidente Yahya Jammeh aveva annunciato la trasformazione del Gambia in una repubblica islamica.

Per convincerlo a lasciare il suo incarico, è intervenuto anche il presidente mauritano Mohamed Ould Abdel Aziz, che però non è riuscito a far cambiare idea a Jammeh. Aziz nelle scorse ore ha avuto colloqui anche con Adama Barrow e con il presidente senegalese Macky Sall. “Ora sono però meno pessimista che Jammeh lavorerà su una soluzione pacifica che è nell’interesse di tutti”, ha detto Abdel Aziz.

Intanto il Senegal ha schierato le proprie truppe al confine del Gambia e ha lanciato un ultimatum al presidente Yahya Jammeh, chiedendogli di lasciare il paese entro la mezzanotte tra il 18 e il 19 gennaio. La minaccia di un’azione militare è supportata da Nigeria e altri stati della regione.

Il capo dell’esercito del Gambia Ousman Badjie, che aveva dichiarato il suo sostegno e quello dei suoi uomini a Jammeh, ha detto che le sue truppe non avrebbero combattuto contro le forze senegalesi. “Non abbiamo intenzione di coinvolgere i militari, si tratta di una disputa politica”, ha detto. “Non ho intenzione di coinvolgere i miei soldati in una lotta stupida”. 

Al momento Adama Barrow si trova ancora nel vicino Senegal. Almeno 26.000 gambiani, temendo lo scoppio di violenze, sono fuggiti in Senegal questa settimana.

Nel frattempo, migliaia di turisti britannici e olandesi continuano ad essere evacuati dal piccolo stato dell’Africa occidentale su speciali voli charter. Il Gambia è una destinazione di mare popolare tra i turisti europei, soprattutto in inverno.

Il 16 gennaio Jammeh aveva dichiarato lo stato di emergenza di 90 giorni per ristabilire “la pace, la legge e l’ordine”, e denunciando irregolarità nel processo elettorale, tra cui errori da parte della commissione elettorale e il fatto che alcuni dei suoi sostenitori siano stati allontanati dai seggi elettorali. Jammeh ha denunciato inoltre le “straordinarie” ingerenze straniere negli affari interni del paese.

La commissione elettorale ha ammesso che alcuni dei risultati inizialmente pubblicati contenevano degli errori, ma ha aggiunto che si trattava di errori che non avrebbero modificato la vittoria di Barrow. Inizialmente al ballottaggio Barrow aveva ottenuto il 45 per cento dei voti contro il 36 per cento di Jammeh, ma il 5 dicembre 2016 la commissione elettorale ha ridotto il vantaggio da 9 a 4 punti percentuali perché i voti di una circoscrizione erano stati attribuiti per errore a Barrow.

Jammeh inizialmente aveva concesso la vittoria al rivale, chiamandolo al telefono per congratularsi. Ma in un discorso alla televisione tenuto sabato 10 dicembre, Jammeh ha affermato che successive indagini hanno rivelato numerose irregolarità, che ha definito inaccettabili. E pertanto, ha detto, “respingo totalmente i risultati”, “sulla base di quanto accaduto”. Jammeh ha detto che resterà in carica fino a quando non verranno svolte nuove elezioni. 

La Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas) ha chiesto l’approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per prendere “tutte le misure necessarie” per rimuovere Jammeh.

Oltre al Senegal, la Nigeria ha inviato caccia e altri velivoli, oltre a 200 militari, mentre il Ghana ha fornito truppe di terra. 

La Corte suprema del Gambia si esprimerà sulla controversia, ma non prima di maggio a causa della mancanza di giudici e fino ad allora Jammeh rifiuta di lasciare la poltrona presidenziale.

Durante i 22 anni in cui è stato al potere, Jammeh si è fatto una reputazione di leader spietato e le organizzazioni a difesa dei diritti umani hanno spesso denunciato intimidazioni da parte del presidente in carica durante le elezioni.

Adama Barrow prima di entrare in politica era un dirigente di una società privata. Il neo eletto presidente si era candidato a capo di una coalizione comprendente altri sette partiti, presentando un programma incentrato sulla rinascita economica del Gambia, per ridurre la migrazione di milioni di cittadini degli ultimi anni.

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