Ma il riconoscimento formale di uno Stato palestinese da parte di Parigi rischia di mettere a repentaglio i rapporti della Francia con Israele. “Un ‘riconoscimento unilaterale’ di uno Stato palestinese fittizio, da parte di qualsiasi Paese, nella realtà che tutti conosciamo, costituirebbe una ricompensa per il terrorismo e un’iniezione di fiducia per Hamas”, ha scritto sui social il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar. “Questo tipo di azioni non avvicinerà la pace, la sicurezza e la stabilità alla nostra regione, ma al contrario: le allontanerà ancora di più”. Un’opinione espressa più volte anche dal premier Benjamin Netanyahu, che da anni continua a respingere la soluzione dei due Stati, sostenendo che riconoscere la Palestina rappresenterebbe una “grande ricompensa” dopo gli attentati del 7 ottobre contro Israele.
Almeno 147 Paesi in tutto il mondo riconoscono attualmente la Palestina come Stato. La maggior parte delle nazioni che ancora non lo fanno – Italia compresa – si trova in Europa, Nord America e in generale in Occidente. Irlanda, Norvegia e Spagna sono stati gli ultimi Stati a riconoscere la Palestina nel maggio del 2024. Intanto nel 2020, gli Accordi di Abramo promossi dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno portato al riconoscimento di Israele da parte di Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Sudan e Marocco. L’Arabia Saudita, d’altro canto, ha sospeso i negoziati per un avvicinamento formale allo Stato ebraico dopo l’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, subordinando qualsiasi riconoscimento alla fondazione di uno Stato palestinese.