Macron sempre più solo: lascia anche il consigliere per la Comunicazione
Il primo addio del 2019, ma l'ultimo di una lunga serie. Intanto continua a crollare la fiducia dei cittadini verso il governo
Il presidente Marcon è sempre più solo: dopo le dimissioni del consigliere per la Comunicazione si allunga la lista dei membri del suo governo e dello staff che abbandono l’Eliseo.
Sylvain Fort, 46 anni, è l’autore di 300 dei discorsi pronunciati dal presidente francese, ma il suo addio è un duro colpo anche a livello personale per il capo dello Stato.
Normalista, germanista e grande appassionato di opera lirica, Fort è stato uno dei sostenitori della prima ora di Macron nonché suo caro amico.
Subito dopo la vittoria del leader di En Marche, Fort rifiutò di occuparsi della comunicazione del presidente limitandosi alla scrittura dei discorsi di Macron. I suoi compiti si erano poi ampliati dopo la rivolte dei gilet gialli e lo scandalo Benalla.
Nel lasciare il suo incarico, Fort ha spiegato che dietro il suo abbandono ci sono solo motivazioni personali e il desiderio di intraprendere “altri progetti professionali e personali e, soprattutto, dedicare tempo alla famiglia”.
La crisi di governo – Le dimissioni del consigliere per la Comunicazione è il primo addio del 2019, ma l’ultimo di una lunga serie: il 2 ottobre 2018 è stato il turno del ministro degli Interni Gerard Collomb, dopo che il 5 settembre anche Bruno Roger-Petit, il portavoce dell’Eliseo, aveva presentato le sue dimissioni.
Il giorno prima, il 4 settembre, era stata la ministra dello Sport, Laura Flessel, ad annunciare le sue dimissioni “per ragioni personali”. L’ex campionessa olimpica di scherma aveva detto di volersi riconnettere con “impegni passati, incentrati sull’uomo, sulla solidarietà e sulla cooperazione internazionale”.
Il 28 agosto era invece arrivato l’addio del ministro dell’Ambiente, Nicolas Hulot, il primo a lasciare l’esecutivo guidato da Emmanuel Macron.
Hulot aveva annunciato la decisione di lasciare l’incarico durante un’intervista in diretta all’emittente radiofonica France Inter, senza avvertire né Macron né il premier Edouard Philippe, sostenendo che si era “sentito solo”.
La crisi di governo si rispecchia anche nei sondaggi: secondo le ultime rivelazioni di dicembre 2018, solo il 27 per cento dei francesi considera Macron un buon presidente.