Questo cane dà una lezione a chi incolpa le donne vittime di violenze sessuali
L'immagine postata su Facebook da una ragazza ha ottenuto oltre 275mila condivisioni. Ecco perché le poche frasi di accompagnamento hanno reso virale il post
“Alle persone che dicono che le donne vengono violentata a causa del modo in cui sono vestite. Questo è il mio cane. Il suo piatto preferito è la bistecca. E il suo sguardo adesso è a livello del mio piatto. Ma lui non mangerà la bistecca perché gli ho detto di non farlo. Se un cane è più educato di te, allora hai bisogno di rivedere la tua vita. Sentiti libero di condividere, il mio cane è adorabile”.
Poche ma essenziali frasi e una foto compongono il post su Facebook di Bree Wiseman che ha ottenuto 275mila condivisioni e con il quale si condanna, in modo semplice quanto efficace, la violenza sulle donne in qualunque sua forma e per qualunque ragione è essa perpetrata.
Molto spesso quando le donne denunciano una violenza vengono sottoposte anche a diverse domande riguardo il loro abbigliamento al momento del fatto, o riguardo eventuali provocazioni, sguardi, parole che potrebbero aver indotto l’aggressore a compiere il gesto.
I racconti delle vittime in questo senso parlano chiaro: le violenze sulle donne sono commesse a dispetto di qualunque cosa esse indossassero e qualunque atteggiamento avvessero avuto con l’aggressore.
Sono molti i progetti artistici che mirano a sensibilizzare il pubblico su questo tema. Diversi fotografi hanno cercato di sfatare il mito per il quale un abbigliamento provocante fosse la cause di alcune violenze sessuali subite dalle donne.
Nel 2016, ad esempio, la fotografa Katherine Cambareri aveva ritratto gli abiti indossati da alcune vittime di stupri al momento della violenza, per dimostrare che non esistono abiti provocanti.