Le forze di sicurezza turche hanno usato gas lacrimogeni per disperdere manifestanti siriani
Un funzionario del comune di Kobane ha riferito che le forze turche avrebbero usato anche proiettili veri e che un 17enne sarebbe rimasto ucciso e altre 83 persone ferite
Le forze di sicurezza turche hanno usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere un gruppo di manifestanti lungo il confine siriano. La notizia è stata riportata da fonti militari turche, che però hanno negato di aver aperto il fuoco e ucciso almeno un civile.
I manifestanti stavano protestando contro la Turchia per la costruzione di un muro sul confine siriano vicino alla città curda siriana di Kobane.
Un funzionario del comune di Kobane, Anwar Musallim, ha riferito a Reuters che le forze turche avrebbero persino usato proiettili veri. Secondo Musallim, un 17enne è rimasto ucciso e altre 83 persone ferite.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha sede nel Regno Unito, la vittima sarebbe invece un bambino, e almeno 30 le persone ferite.
“Un gruppo di persone si è avvicinato al confine prendendo di mira i macchinari edili, gli operai e i soldati con pietre. Gas lacrimogeni e cannoni ad acqua sono stati utilizzati contro di loro. Non è stato aperto il fuoco”, hanno riferito le forze di sicurezza.
L’agenzia di stampa curda Anha ha mostrato un filmato in cui comparivano alcuni giovani con le bandane in testa mentre lanciavano pietre al confine.
Kobane dista circa 35 chilometri da Jarablus, la città siriana conquistata dalla mani del sedicente Stato islamico la settimana scorsa. Carri armati turchi e i miliziani ribelli dell’Esercito siriano libero hanno infatti attraversato il confine e dopo alcune ore di combattimenti hanno strappato all’Isis il controllo della città, a pochi chilometri dal confine turco. Intensi bombardamenti ne avevano accompagnato l’avanzata.
La Turchia fa parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti che combatte contro lo Stato islamico in Siria. Ma Ankara considera i combattenti curdi del PYD, il partito dei curdi siriani, un’estensione del PKK, il partito dei lavoratori curdi presente in Turchia e accusato di essere il responsabile di una serie di attacchi terroristici negli ultimi anni, mentre gli Usa vedono nell’YPG un alleato nella lotta all’Isis.