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Home » Esteri

L’attore Peter Fonda sul figlio di Trump: “Mettiamolo in una gabbia con i pedofili”

Immagine di copertina
Il presidente Trump in compagnia del figlio piccolo

Il tweet è stato poi rimosso. Melania: "Parole nauseanti e irresponsabili"

“Dovremmo strappare Barron Trump dalle braccia di sua madre e metterlo in una gabbia con i pedofili”. Questo il tweet pubblicato dall’attore americano Peter Fonda e poi cancellato pochi istanti dopo.

Un messaggio che aveva l’intento di attaccare il presidente  degli Stati Uniti per via della separazione dei bimbi dai genitori immigrati illegali al confine con il Messico.

Un tweet eccessivo di cui – secondo i media americani – si starebbe occupando il Secret Service, il corpo che cura la sicurezza di Donald Trump e della sua famiglia.

La portavoce della first lady Melania ha definito queste parole “nauseanti e irresponsabili” mentre il figlio maggiore del presidente ha twittato: “Sei chiaramente una persona malata, ma piuttosto che attaccare un bambino di 11 anni come un prepotente ed un vigliacco perché non te la prendi con qualcuno un po’ più grande. Fammi sapere”.

Intanto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto retromarcia sulle separazioni dei migranti al confine con il Messico.

Pressato dall’opinione pubblica internazionale, da star del mondo dello spettacolo come Bruce Springsteen e Bono e persino da sua moglie Melania, e con i sondaggi che mostravano l’impopolarità della sua scelta, Donald Trump ha fatto retromarcia sulla separazione dei bambini dai genitori che varcano illegalmente il confine tra Stati Uniti e Messico.

Il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo che annulla le precedenti decisioni e permette alle famiglie di restare unite, affermando di essere stato convinto dalle immagini circolate sui media internazionali che testimoniano la sofferenza dei bambini separati dai genitori i quali, nel frattempo, vengono incarcerati e processati per aver attraversato illegalmente il confine.

Secondo quanto riportano alcuni funzionari del governo americano, sono 2.342 i bambini separati dai genitori tra il 5 maggio e il 9 giugno. Trump ha comunque aggiunto che la sua amministrazione proseguirà la politica di “tolleranza zero” nei confronti degli immigrati clandestini.

L’ordine esecutivo prevede che le famiglie debbano essere detenute insieme mentre le loro posizioni vengono vagliate dalla magistratura, nonché tempi più rapidi per decidere su situazioni che riguardano genitori con figli.

Il presidente, nei giorni scorsi, aveva affermato di non poter decidere attraverso un ordine esecutivo, ma ha poi fatto retromarcia. Il leader del Congresso repubblicano Paul Ryan ha detto che la Camera dei rappresentanti voterà giovedì sulla legislazione per tenere insieme le famiglie.

Ryan non ha fornito immediatamente i dettagli del disegno di legge, ma ha detto che risolverà il problema dei cosiddetti Dreamers, i figli di immigrati irregolari arrivati negli Stati Uniti quando erano minorenni.

Resta il problema che i bambini immigrati possono essere trattenuti solo per 20 giorni, secondo una sentenza di 21 anni nota come il “Flores agreement”. L’ordine esecutivo, a quanto si apprende, prevede anche una modifica di quella legge, per consentire ai minori di essere trattenuti più a lungo.

Il precedente dispositivo, che prevedeva la separazione dei figli dei genitori, era una diretta conseguenza della nuova politica dell’amministrazione Trump, per la quale ogni migrante che attraversa il confine in modo illegale, anche coloro che hanno intenzione di chiedere asilo negli Stati Uniti, deve essere sottoposto a procedimento penale.

Questa politica era stata criticata dalla moglie del presidente degli Stati Uniti, Melania Trump (qui cosa ha detto).

Aveva suscitato indignazione, nei giorni scorsi, un audio in cui si sentiva il pianto disperato di 10 bambini provenienti dall’America centrale e separati dai loro genitori dalle autorità che sorvegliano il confine con gli Stati Uniti.

Molti di loro sembravano piangere così forte che riuscivano a malapena a respirare.

Martedì 19 giugno il cantante Bruce Springsteen ha interrotto la scaletta del suo concerto di Broadway per condannare il trattamento “disumano” di migliaia di bambini che sono stati separati dalle loro famiglie.

Il cantante ha denunciato la repressione al confine messicano che ha visto oltre 2mila bambini strappati via dai genitori.

Springsteen, che ha partecipato alle recenti elezioni presidenziali per Barack Obama e Hillary Clinton, ha detto al suo pubblico al teatro Walter Kerr di New York: “Per 146 spettacoli, ho suonato praticamente lo stesso set tutte le sere. Stasera devo fare qualcosa di diverso”.

Le critiche di Springsteen sono arrivate nove giorni dopo da quelle di Robert de Niro ai Tony Awards di Broadway.

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