Negli Stati Uniti è entrata in vigore la riforma che cancella la “Net Neutrality”
Da oggi un utente, per accedere a un sito, potrebbe aver bisogno di maggiore banda o di pagare un contenuto on line per poter fruire di determinate piattaforme
Nonostante gli sforzi profusi da parte di membri del Congresso degli Stati Uniti, funzionari statali e aziende del settore tecnologico, l’11 giugno 2018 è entrata in vigore l’abrogazione delle protezioni della neutralità della rete, la così detta “Net Neutrality”.
Lariforma della “Net Neutrality” era stata votata a dicembre 2017 dalla Federal Communications Commission, l’autorità statunitense per le telecomunicazioni.
La nuova misura avrà un enorme impatto e cambierà diverse regole per i provider di Internet.
Fino ad oggi, infatti, attraverso la “Net Neutrality” tutti i provider avevano la stessa considerazione e lo stesso peso.
Adesso, pagando di più, si potrà avere una connessione internet più veloce, con più banda.
In pratica, a partire da oggi, un utente, per accedere a un sito, potrebbe aver bisogno di maggiore banda o di pagare un contenuto on line per poter fruire di determinate piattaforme.
Gigi Sohn, consigliere dell’ex presidente della FCC Tom Wheeler e convinto sostenitore della neutralità della rete, ha detto alla CNN che il calendario di riforma sta procedendo come previsto: “L’11 giugno è significativo perché sarà la prima volta in una battaglia di oltre 15 anni che la FCC non avrà sostanzialmente alcun ruolo nel preservare un Internet aperto e supervisionare il mercato della banda larga”.
Sohn ha poi aggiunto che questo cambiamento “renderà Internet simile alla tv via cavo”
La maggiore preoccupazione riguarda il fatto che questa abrogazione potrebbe dare ai fornitori di Internet un controllo eccessivo sul modo in cui i contenuti online vengono forniti.
Inoltre, se dovesse servire avere una corsia preferenziale su Internet, questo potrebbe rendere meno semplice competere con la prossima generazione di servizi online.
Getta acqua sul fuoco Kevin Werbach, legale, professore associato a Wharton ed ex consigliere dell’FCC, che alla CNN ha detto: “Le aziende non intraprenderanno alcuna azione importante per modificare le loro politiche fino a che queste non saranno chiarite”.
Il principio della “Net Neutrality” è quello secondo cui chi fornisce i servizi di internet deve trattare tutti i contenuti allo stesso modo.
Senza il principio della “Net Neutrality”, un provider potrebbe favorire il download dei dati su un sito anziché su un altro.
La riforma è stata voluta dal capo della FCC Ajit Pai, secondo cui abolendo la neutralità della rete i fornitori di servizi potranno proporre offerte diverse, favorendo così i consumatori. Non sono dello stesso avviso l’Internet Association, associazione che comprende i colossi di internet compresi Facebook e Google e le associazioni di consumatori.
Secondo loro, infatti, questa scelta non tiene conto delle reali condizioni di mercato degli Stati Uniti, in cui mentre nelle grandi città si può scegliere tra diversi provider, in gran parte del paese la scelta sul fornitore dei servizi è quasi obbligata per via della poca concorrenza.