Il filmato antirazzista del 1943 diventato virale dopo la manifestazione di Charlottesville
![Immagine di copertina](https://www.tpi.it/app/uploads/2017/08/dontbeasucker_1000px-300x165.jpg)
Il recente clima di tensione ha fatto sì che in rete negli ultimi giorni riemergesse un cortometraggio di 17 minuti intitolato “Don’t Be a Sucker” realizzato come propaganda nel 1943
Negli Stati Uniti la tensione politica è diventata molto alta da quando l’11 agosto alcune centinaia di manifestanti di estrema destra hanno marciato verso la University of Virginia, a Charlottesville, per protestare contro la decisione di rimuovere la statua del generale sudista Robert E. Lee.
Nell’occasione, i manifestanti avevano brandito delle torce e avevano urlato cori razzisti, tra cui “White lives matter” (“La vita dei bianchi conta”) e “Gli ebrei non ci rimpiazzeranno”.
Il giorno successivo, durante una contro-manifestazione antirazzista, una delle manifestanti, Heather Heyer, è rimasta uccisa e almeno trenta persone ferite dopo che un’auto guidata da un suprematista bianco si è scagliata sulla folla.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha condannato l’accaduto, con una dichiarazione pubblicata su Twitter, attirandosi però le critiche dei democratici perché ha evitato di nominare i neonazisti e i suprematisti bianchi.
Questo clima ha fatto sì che in rete negli ultimi giorni riemergesse e diventasse virale un filmato che negli ultimi settant’anni avevano visto in pochi: un cortometraggio di 17 minuti intitolato “Don’t Be a Sucker” (“Non essere un idiota”), realizzato come propaganda antinazista nel 1943 dal Dipartimento della Guerra degli Stati Uniti.
A quanto pare è stato un antropologo canadese, Michael Oman-Reagan, a riportare per primo in vita un brano del filmato su Twitter sabato 12 agosto, e da allora il breve film è stato condiviso migliaia di volte. Ecco l’estratto:
1947 anti-fascist video made by US military to teach citizens how to avoid falling for people like Trump is relevant again. pic.twitter.com/vkTDD1Tplh
— Michael (@OmanReagan) 13 agosto 2017
Nel filmato si vede un razzista statunitense che incita la folla a ribellarsi contro tutte le minoranze che “rubano il lavoro” ai veri americani. Tra quelli che lo ascoltano c’è un uomo più anziano emigrato dall’Ungheria, il quale racconta a un altro passante dell’ascesa del nazismo in Europa attraverso un flashback, e di come non credesse possibile che anche in America potessero diffondersi certe credenze.
Secondo il racconto dell’uomo, tutto iniziò allo stesso modo, con qualcuno che incitava a prendersela con le minoranze, ma dopo infinite atrocità furono gli stessi tedeschi fomentatori d’odio a pagare anch’essi le conseguenze della guerra.
Ecco il video diventato virale: