Facebook ridurrà la sua censura sulle immagini di pubblico interesse
Erano state diverse le polemiche che avevano visto al centro la volontà dell'azienda di Mark Zuckerberg di vietare immagini forti, ma ora le politiche cambieranno
Agli inizi di settembre era stato dato ampio risalto alla
protesta di Espen Egil Hansen, un giornalista norvegese, che sulle pagine del
suo giornale aveva accusato Facebook e in particolare Mark Zuckerberg di
“abusare del suo potere” dopo che il social network aveva censurato
un’immagine storica della fotografia mondiale.
Si trattava dell’immagine scattata durante la
guerra del Vietnam (nel 1972) dal fotografo vietnamita Nick Ut, che vede
protagonisti alcuni bambini in fuga dai bombardamenti al napalm e in
particolare Kim Phuc, una bambina di allora nove anni che corre nuda e
terrorizzata su una strada di campagna dopo essere stata ustionata dalla
sostanza chimica.
Quando il giornale Aftenposten
aveva condiviso l’immagine, aveva ricevuto una comunicazione da Facebook in cui
si chiedeva di togliere o pixelare la foto sulla base della sue linee guida
riguardo alla nudità, ma a quanto pare prima ancora che il giornale potesse
rispondere, l’articolo era stato rimosso.
Hansen nella sua lettera aperta di protesta ha fatto
riferimento a Zuckerberg definendolo “il più potente editore del
mondo”, e ha scritto di essere “sconvolto, deluso, spaventato da ciò che
lei sta per fare riguardo a un pilastro della nostra società democratica”.
La polemica ha evidentemente lasciato qualche segno, se è
vero che venerdì 21 ottobre Facebook ha fatto sapere in un comunicato firmato
da due vicepresidenti della compagnia, Joel Kaplan e Justin Osofsky, che in futuro
terrà in considerazione l’importanza di un post per l’interesse pubblico prima
di rimuoverlo dal sito per aver violato le linee guida della comunità.
Secondo il comunicato dell’azienda, “Osservare degli standard
globali per la nostra comunità è complesso. Che un’immagine sia importante come
notizia o storicamente significativa è una questione altamente soggettiva. Immagini
di nudo o violenza accettabili in una parte del mondo possono essere offensive –
o addirittura illegali – in un altro. […] Nelle prossime settimane, faremo in
modo di permettere la pubblicazione di elementi che possono essere considerati degni d’attenzione,
significativi o importanti per l’interesse pubblico, anche nel caso violino i
nostri standard”.
“Lavoreremo con la nostra comunità e con i nostri partner
per capire esattamente come farlo, attraverso nuovi strumenti e approcci da applicare.
Il nostro intento è quello di permettere a più immagini e storie di essere
diffuse senza correre rischi per la sicurezza né mostrare immagini forti ai
minori e a chi non vuole vederle”.
La polemica sulla foto della guerra del Vietnam non è l’unica
che ha attirato critiche ai manager di Facebook: un mese dopo, il social
network aveva rimosso un post con un articolo del quotidiano francese Le Monde sul tema del cancro al seno
perché illustrato con l’immagine di una mammografia in cui era visibile un
capezzolo femminile.
In quell’occasione, Facebook ha ripristinato l’immagine e si
è scusato per la sua rimozione.
Kaplan e Osofsky concludono il loro comunicato scrivendo:
“Il nostro obiettivo è quello di incanalare i valori della nostra
comunità, e far sì che le nostre politiche riflettano gli interessi della
nostra comunità. Non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con esperti,
editori, giornalisti, fotografi, funzionari di polizia e difensori della
sicurezza per capire come migliorare nell’ambito dei post che permettiamo”.
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