Facebook ha trovato un modo per individuare gli utenti che rischiano il suicidio
Il social network potrebbe identificare con un algoritmo le situazioni a rischio sulla base dei post, dei commenti e dei video in diretta
Facebook ha iniziato a usare l’intelligenza artificiale per identificare utenti della piattaforma che sarebbero a rischio suicidio. Il social network ha sviluppato un algoritmo che permette di individuare segnali d’allarme nei post e nei commenti.
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Dopo la conferma da parte di un team di Facebook, la compagnia contatta gli utenti che ritiene possano essere a rischio per suggerirgli come cercare aiuto. Per ora questo strumento sarà sperimentato solo negli Stati Uniti.
Mark Zuckerberg, il fondatore del social network, ha annunciato a febbraio che sperava di usare un algoritmo simile per identificare post con messaggi terroristici, distinguendo tra semplici storie legate al tema e testi che incitano e fanno propaganda.
Da anni Facebook offre consigli agli utenti ritenuti a rischio suicidio, ma fino a ora ha fatto affidamento sulle segnalazioni degli altri membri della community che potevano ricorrere all’uso del tasto “report”.
Ora è stato sviluppato un algoritmo che riconosce se qualcuno ha difficoltà, aiutandosi con i post precedentemente segnalati dagli utenti. Parlare di tristezza e sofferenza, per esempio, potrebbe essere visto come uno di questi segnali. Un altro elemento di preoccupazione potrebbero essere le risposte degli amici su Facebook. Frasi come “Stai bene?” o “Sono preoccupato per te” potrebbero far scattare l’allarme.
“Sappiamo che la rapidità è fondamentale quando si agisce con questa problematica”, ha detto Vanessa Callison-Burch, product manager di Facebook, alla Bbc.
John Draper, direttore dell’Us National Suicide Prevention Lifeline, ha elogiato l’iniziativa e si augura anche che Facebook possa fare di più, magari mettendo direttamente in contatto la persona coinvolta nella vicenda con chi può concretamente aiutarla. “Ne abbiamo discusso con Facebook”, ha detto a proposito Draper.
Uno dei problemi che però si pone è quello della privacy. “Facebook è attento alla privacy degli utenti e per questo sarà difficile pensare che si possa informare direttamente gli amici di una persona della situazione di quest’ultimo” ha sottolineato Callison-Burch. “Ma siamo consapevoli che un messaggio da un amico o da un familiare possa essere più efficace”.
Un’altra discussione riguarda i video in diretta di Facebook. “Qualcuno dice che dovremmo chiudere lo streaming del video nel momento in cui c’è un indizio che qualcuno sta parlando di suicidio”, ha detto Jennifer Guadagno, che si occupa di questa parte del progetto per Facebook. “Ma quello che gli esperti sottolineano è che bloccare all’improvviso lo streaming può eliminare la possibilità di chi riprende di raggiungere altre persone e poter ricevere offerte d’aiuto”.
Tra le associazioni e gli enti coinvolti in questa iniziativa c’è anche Save.org. Secondo il suo direttore esecutivo, Dan Reiden, quello che si sta facendo e gli sforzi futuri “danno una grande speranza per la salvezza di vite in tutto il mondo da quella che è la tragedia del suicidio”.
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