L’ex presidente brasiliano Lula da Silva è stato condannato per corruzione
Le accuse sono di corruzione e riciclaggio di denaro, nell'ambito dello scandalo della compagnia petrolifera Petrobras, che ha coinvolto decine di politici e dirigenti statali
L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva è stato condannato in primo grado per corruzione e riciclaggio di denaro a nove anni e mezzo di carcere. Rimarrà libero in attesa del processo di appello.
Lula ha respinto le accuse di aver ricevuto un appartamento come tangente in uno scandalo di corruzione legato alla compagnia petrolifera statale Petrobras, sostenendo che si tratta di un processo politicamente motivato.
L’ex presidente brasiliano secondo i procuratori avrebbe riciclato attraverso l’acquisto e i lavori di ristrutturazione di un appartamento al mare il denaro ricevuto illegalmente come tangente. L’appartamento era stato costruito con i soldi della compagnia petrolifera implicata nello scandalo.
Decine di politici e di dirigenti sono stati arrestati e condannati nell’ambito dell’inchiesta avviata due anni fa.
Secondo l’accusa Lula durante la presidenza era a capo del vasto sistema corruttivo dal valore stimato in oltre 2 miliardi di dollari ed avrebbe ricevuto oltre un milione di dollari in tangenti.
Lula è stato presidente del Brasile per otto anni, fino al 2011. Lo scandalo Petrobras, paragonabile a Mani Pulite in Italia, è stato anche la causa della destituzione di Dilma Rousseff, scelta da Lula come successore e messa in stato d’accusa dal parlamento per aver nascosto falle nel budget per favorire il suo partito, scatenando l’ira degli elettori che vivono la peggior crisi economica del Brasile dagli anni Trenta.