Un’infermiera del Texas è stata accusata dell’omicidio di 60 neonati con iniezioni letali
Genene Jones è stata incriminata negli anni '80 per la morte di un bambino di 11 mesi, ma dalle nuove prove raccolte la donna potrebbe essere coinvolta in altri omicidi
L’hanno definita in svariati modi: “l’angelo della morte” o addirittura “l’incarnazione del male puro”. Lei è Genene Jones, una ex infermiera del Texas, sospettata di aver ucciso nella sua decennale carriera almeno 60 bambini.
La donna era stata incarcerata negli anni Ottanta con l’accusa poi confermata di aver provocato la morte di un bambino di 11 mesi. I fatti risalgono di preciso al 1981. All’epoca Genene Jones lavorava come infermiera presso la struttura ospedaliera nella vicina Conte di Kerr, nello stato del Texas. La donna aveva somministrato una letale dose di Dilantin – un farmaco anti-epilettico chiamato anche anticonvulsivante che funziona rallentando gli impulsi nel cervello che causano crisi epilettiche – sul neonato Joshua Sawyer.
Tuttavia, il caso della ex infermiera assassina condannata a 99 anni di reclusione è stato riaperto per una nuova accusa di omicidio. La donna, infatti, sarebbe implicata nell’uccisione di un altro bambino avvenuta sempre nello stesso periodo, ovvero tra gli anni ’70 e ’80, quando lavorava presso l’ospedale di Sant’Antonio. Lo ha annunciato un avvocato distrettuale venerdì 26 maggio.
Attualmente, la donna ha 66 anni e si trova rinchiusa in un carcere femminile. Sempre ai primi anni Ottanta risale anche l’omicidio di Chelsea McClellan, una bambina di 15 mesi. Alla luce delle indagini condotte dalle autorità statunitensi, secondo i pubblici ministeri, la ex infermiere è sospettata di aver praticato iniezioni letali su almeno 40 o 60 fra bambini e neonati.
“Genene Jones è sospettata di aver compiuto decine di omicidi infantili, anche se è stata incriminata solo per uno”, ha detto il legale del procuratore distrettuale della contea di Bexar, Nicholas LaHood, ai giornalisti.
L’avvocato ha poi aggiunto che sono state trovate nuove prove che attestano l’omicidio di altri bambini risalenti a quel periodo. Tuttavia, la donna rischia di ottenere la libertà a causa di una modifica alla norma risalente all’epoca della sua prima condanna. Per questa ragione, Genene Jones potrebbe essere rilasciata il 1° marzo del 2018, secondo quanto dichiarato dallo stesso LaHood.
L’avvocato non ha fornito dettagli sulle nuove prove raccolte, ma le accuse formulate nei confronti della donna potrebbero ostacolare il suo rilascio l’anno prossimo. “La possibilità che questo individuo pericolo, su cui gravano l’accusa e il sospetto di aver ucciso dei neonati, venga rimesso in libertà è sconvolgente. Soprattutto lo è per le famiglie delle vittime”, ha commentato LaHood.
Nel 1983, i procuratori della Contea di Bexar dichiararono di aver aperto un’inchiesta per far luce su 47 morti sospette avvenute in un ospedale della zona, lo stesso dove Genene Jones aveva prestato servizio. Da allora, le autorità statunitensi hanno sospettato che la donna fosse coinvolte in un numero di omicidi superiore rispetto a quello ipotizzato, anche se era stata condannata per uno solo.
Attualmente vive rinchiusa presso la prigione di Gatesville, in Texas, e il suo possibile rilascio è stato fissato per il primo marzo dell’anno prossimo, secondo quanto trascritto sui registri dei prigionieri.
Genene Joshua aveva lavorato come infermiera pediatrica per diversi ospedali, cliniche e studi medici in Texas, tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta. Alcuni testimoni convocati in tribunale all’epoca del processo contro Jones, hanno raccontato che diversi bambini erano stati ricoverati in quel periodo nella struttura ospedaliera dove la donna lavorava.
Molti di loro hanno sottolineato come la donna fosse guidata da un impeto inarrestabile e dalla brama di essere vista come l’infermiera eroica che aveva salvato numerosi bambini da morte certa. Altri hanno confermato come la ex infermiera fosse inebriata da quel senso di potere di vita e di morte, da averlo messo in atto sui più indifesi.