Eurozona, il piano di Germania e Francia per il bilancio unico
Merkel e Macron vogliono una riforma del bilancio della zona euro che permetta ai paesi membri di accedere ai fondi solo se rispettano le regole
La Francia e la Germania presenteranno il 19 novembre 2018 alla riunione straordinaria dell’Eurogruppo in programma a Bruxelles un piano congiunto per creare un bilancio unico dell’Eurozona, secondo quanto riportato dal Financial Times che ha visionato le bozze del piano.
La proposta è stata ideata a seguito della dichiarazione congiunta del presidente francese Emmanuel Macron e della cancelliera Angela Merkel: entrambi hanno avanzato l’idea di creare un bilancio unico dell’Eurozona nell’estate 2018.
Secondo i due leader europei, per portare avanti l’integrazione dell’Eurozona e far sì che l’economia della zona euro sia maggiormente in grado di resistere alle crisi è necessario avere risorse specifiche per la moneta unica.
La proposta di Merkel e Macron tuttavia non ha incontrato il favore di tutti i paese europei. Paesi Bassi e Finlandia infatti si sono opposti alla creazione di un bilancio unico dell’Eurozona e stanno spingendo verso una maggiore responsabilità nazionale nella gestione economica dell’area euro.
Il Financial Time inoltre ha rivelato che il compromesso che emerge dal documento comune prevede che i soldi del bilancio siano utilizzati per finanziare la spesa per investimenti, al fine di favorire la “convergenza e la competitività” dei paesi dell’Eurozona, dietro indicazione di Berlino.
La Francia invece chiede che i soldi siano impiegati anche per scopi di “stabilizzazione” e per aiutare a superare eventuali shock.
La bozza proposta da Merkel e Macron inoltre prevede che siano i ministri delle Finanze dell’Eurozona, e non più la Commissione europea, a progettare i programmi di investimento in settori quali la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione.
Il compito della Commissione sarebbe invece quello di approvare i piani.
Inoltre, la proposta prevede che il bilancio dell’Eurozona venga finanziato attraverso i contributi che i singoli Paesi dovrebbero versare in un fondo comune e aumentando le entrate attraverso una tassazione solo europea, attualmente non in vigore, e che dovrebbe prevedere una “tassa sulle transazioni finanziarie”.
Nella bozza si legge che “i paesi membri dovranno fare i conti con requisiti più stringenti nel coordinamento delle politiche economiche”.
Inoltre, i governi che chiedono di accedere ai fondi possono farlo solo se si impegnano a perseguire “politiche che sono in sintonia con gli obblighi che discendono dalle regole europee, incluso le regole fiscali”. Il piano, al momento, metterebbe in difficoltà l’Italia, accusata di non rispettare le regole sul bilancio.