Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 12:03
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Euro2016 Islanda-Ungheria: un calcio alla crisi

Immagine di copertina

Dopo la crisi economica, l'Islanda ha saputo tornare a crescere, nell'economia come nel calcio. Anche attraverso il tentativo (fallito) di costituzione partecipata

Nella partita inaugurale di Euro2016 contro il Portogallo, la nazionale islandese ha dovuto affrontare il problema di come arginare Cristiano Ronaldo, per altro con esiti positivi.

La compagine nordica ha infatti inchiodato sul pareggio i ben più quotati avversari, sovvertendo tutti i pronostici che la davano per spacciata.

Quello che accadde a Reykjavik nel 2008 ricalca questa dinamica, anche se con risultati contrastanti. L’Islanda è stata uno degli stati che ha sofferto di più a causa della crisi economica internazionale, in quanto le tre principali banche del paese andarono in sofferenza, portando l’Economist a definire la situazione finanziaria come la più critica mai sofferta da uno stato.

All’inizio del 2009 tutti gli indicatori economici evidenziavano la complessità della situazione islandese: basti pensare che il Prodotto interno lordo calò del 5,5 per cento solo nella prima metà dell’anno.

Dopo un periodo travagliato, grazie all’intervento del Fondo monetario internazionale, la situazione economica di Reykjavik migliorò nell’estate del 2011, in quanto la contrazione economica e la disoccupazione si arrestarono cambiando tendenza.

Nel cuore della crisi islandese, il parlamento decise di mettere mano alla Carta Costituzionale, ritenuta ormai anacronistica in quanto di fatto copia di quella della Danimarca, redatta nel 1874 e rimasta in vigore in Islanda anche dopo il 1944, anno in cui la “terra ghiacciata” – questa l’etimologia del nome – ottenne l’indipendenza proprio dalla monarchia danese.

Nel 2010 vennero selezionati 25 cittadini islandesi, a loro volta scremati da un gruppo più ampio di quasi 300, ai quali era riservato il compito di porre le basi della nuova costituzione.

I politici, ormai consunti agli occhi dell’opinione pubblica dopo la crisi del 2008, non furono ammessi.

Il procedimento per creare la nuova carta costituzionale fu quindi partecipativo. I 25 prescelti accoglievano proposte provenienti da tutti gli angoli del paese attraverso i più importanti social network come Facebook, Twitter, Youtube, o anche via mail.

Quando l’esperimento islandese sembrava riuscito e pronto a essere portato come esempio in tutto il mondo, il procedimento entrò in una fase assai negativa.

Il referendum consultivo del 2012 fu un flop – con un’affluenza sotto il 50 per cento – e l’iter parlamentare si bloccò per scontri all’interno della maggioranza di centrosinistra, che andavano inevitabilmente a complicare il già ostico meccanismo di revisione costituzionale previsto dalla costituzione “danese”, ovvero quella che si intendeva riformare.

Il progetto si è arenato quasi definitivamente con la vittoria alle elezioni politiche del 2013 dei partiti di centrodestra, favorevoli al mantenimento della costituzione originaria. 

Mentre dall’Islanda arrivano segnali di apertura per un futuro in cui si potrà aggiornare la Costituzione, la nazionale di calcio per la prima volta partecipa alle fasi finali del campionato europeo.

Una nazione geograficamente ai margini, ma che intende attraverso il calcio porsi all’attenzione del resto del continente, ed eventuali vittorie contro Ungheria e Austria – avversari tutt’altro che irresistibili – garantirebbero un memorabile posto tra le sedici squadre più forti d’Europa.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Inchiesta – Così il gigante europeo Rheinmetall vende macchine per produrre munizioni a Paesi che armano la Russia
Esteri / Benvenuti nel “nuovo” Medio Oriente: ecco cosa aspettarsi nella regione per il 2025
Esteri / Il grande equivoco di Donald Trump: così il divario tra aspettative e realtà può cambiare gli Usa
Ti potrebbe interessare
Esteri / Inchiesta – Così il gigante europeo Rheinmetall vende macchine per produrre munizioni a Paesi che armano la Russia
Esteri / Benvenuti nel “nuovo” Medio Oriente: ecco cosa aspettarsi nella regione per il 2025
Esteri / Il grande equivoco di Donald Trump: così il divario tra aspettative e realtà può cambiare gli Usa
Esteri / La Cina è già pronta alla guerra con gli Stati Uniti d’America
Esteri / Francia-Germania: perché l’asse che reggeva l’Europa si è arrugginito
Esteri / Siria: Usa raddoppiano le truppe e inviano a Damasco una delegazione per incontrare Hayat Tahrir al-Sham
Esteri / Ucraina: scontro a distanza tra Putin e Zelensky e la Russia torna a bombardare Kiev
Esteri / Gaza: oltre 45.200 morti dal 7 ottobre 2023, 77 nelle ultime 24 ore. Cisgiordania: coloni assaltano e incendiano una moschea in un villaggio palestinese. Israele apre un'indagine. La Svezia non finanzierà più l’Unrwa. Siria: delegazione Usa incontra al-Jolani a Damasco. Centcom: "Ucciso in un raid il leader dell'Isis"
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Perché Luigi Mangione, accusato dell’omicidio dell’a.d. di United Healthcare, è stato incriminato per terrorismo?