“Etiopia: una nuova alba per la libertà di stampa?”, il documentario di Margherita Cargasacchi
La giornalista italiana con il suo documentario, online sulla piattaforma della Ong londinese International Observatory of Human Rights IOHR TV, testimonia la persecuzione di giornalisti e gli ostacoli di oggi nel Paese
A che punto è la libertà di stampa in Etiopia?
Per molti anni l’Etiopia si è classificata tra gli ultimi posti nell’Indice Globale sulla Libertà di Stampa di ‘Reporter Senza Frontiere’, RSF. Quest’anno, grazie alle riforme democratiche emanate dal nuovo governo sotto la guida del Primo Ministro Abiy Ahmed, a cui è stato assegnato il Nobel per la Pace 2019, il Paese ha guadagnato 40 posizioni, classificandosi ora al 110esimo posto.
Ad approfondire il tema la giornalista italiana Margherita Cargasacchi che con il suo documentario “Etiopia: Una Nuova Alba per la Libertà di Stampa?”, online sulla piattaforma della Ong londinese International Observatory of Human Rights IOHR TV, testimonia la persecuzione di giornalisti e gli ostacoli di oggi nel Paese.
La produzione racconta decenni di persecuzione del giornalismo indipendente in Etiopia attraverso la voce di giornalisti, professori ed ex prigionieri politici, ma anche il recente e inaspettato progresso sotto la guida del Primo Ministro Abiy Ahmed.
Tra le principali voci del cortometraggio, il giornalista novantenne Yacob Wolde-Mariam, il blogger Befekadu Hailu, torturato nel centro di detenzione di Maekelawi e il giornalista Woubshet Taye, imprigionato per circa sette anni.
“Si tratta di una tematica attuale che merita attenzione – spiega la producer Margherita Cargasacchi – Il prossimo anno si terranno le elezioni in Etiopia e già ora, la situazione per i giornalisti è cambiata ancora rispetto al progresso raggiunto con Abiy Ahmed. L’anno scorso hanno perso la vita circa 95 giornalisti nel mondo, secondo l’International Federation of Journalists e quest’anno, almeno 236 si trovano in carcere. Stiamo assistendo a forti attacchi alla stampa anche in sistemi democratici, come l’Italia e gli Stati Uniti”.
Dall’insediamento del nuovo governo, nell’aprile del 2017, Abiy Ahmed ha scarcerato giornalisti imprigionati dai regimi precedenti, sbloccato 264 siti e blog un tempo proibiti e permesso a emittenti televisive prima considerate “terroristiche”, come Oromia Media Network e ESAT, di operare nel Paese.
Il documentario indaga anche sulle problematiche e sulle nuove sfide, tra cui la riforma della legge anti- terrorismo usata finora dai regimi per condannare i giornalisti critici del governo. Da giugno 2019, proprio a causa di questa legge ancora attiva, si sono verificati altri arresti di giornalisti in Etiopia: ora sono almeno 6 i reporter in prigione.