Estroversi o introversi: il test del limone
Un test psicologico del 1960 utilizza succo di limone e cotton fioc per verificare la nostra maggiore o minore propensione alla socialità
La distinzione tra estroversione e introversione è
sicuramente molto vaga e teorica, e il web abbonda di test e maniere per capire
con quale categoria possiamo identificarci di più.
Sicuramente esistono metodi piuttosto pratici, ad esempio analizzare il proprio comportamento nelle situazioni di socialità, come feste,
ambienti lavorativi o luoghi pubblici, ma esiste una maniera supportata dalla
scienza, anche se molto poco ortodossa, per avere un’idea su quanto siamo caratterialmente
aperti agli altri e al nuovo.
Inaspettatamente, il necessario per fare questo test prevede
oggetti che non verrebbero normalmente associati alla psicologia: un limone, un
cotton fioc e un filo non troppo lungo.
La prova che li vede protagonisti fu creata nel 1960 da uno
dei pionieri della psicologia della personalità, Hans Eysenck, e dalla sua collega
e moglie Sybil Eysenck.
Questo lo svolgimento del test: per prima cosa bisogna
legare il filo esattamente a metà del cotton fioc, in modo che questo
rimanga appeso in posizione orizzontale. Poi bisogna poggiare un’estremità del cotton
fioc sulla lingua per 20 secondi.
Successivamente, l’esperimento prevede di spremere cinque
gocce di succo di limone concentrato sulla lingua, deglutire, e poi mettere
l’altra estremità del cotton fioc sulla lingua per 20 secondi.
Dopo aver fatto questo, è necessario afferrare il filo che
regge il cotton fioc e osservare se un’estremità sia più in basso dell’altra, o
se invece il cotton fioc continui a rimanere orizzontale come prima della
prova.
Nel primo caso, vorrebbe dire che l’estremità che è stata
appoggiata sulla lingua dopo aver spremuto il limone è più pesante. Questo
suggerirebbe un aumento della salivazione causata dal succo di limone, e sarebbe un
segnale di introversione.
Eysenck e sua moglie vollero provare in questo modo la
teoria dell’”eccitazione corticale”. Essa sarebbe più alta negli introversi,
facendo sì che questi reagiscano più fortemente agli stimoli, inducendoli in
alcuni casi a fuggire da certe situazioni.