Una delegazione dell’Esercito siriano libero potrebbe incontrare dei funzionari russi
L’incontro dovrebbe avvenire la prossima settimana ad Abu Dhabi, ma le parti interessate per il momento smentiscono
Alcuni rappresentanti dell’Esercito siriano libero potrebbero incontrare alcuni ufficiali dei ministeri della Difesa e degli Esteri russi la prossima settimana ad Abu Dhabi. L’avrebbe dichiarato un coordinatore dell’incontro all’agenzia di stampa RIA la mattina di giovedì 5 novembre.
I rappresentanti di quattro gruppi di ribelli appartenenti all’Esercito siriano libero hanno successivamente dichiarato a Reuters che la notizia è falsa, e che se la Russia incontrerà davvero qualcuno che afferma di essere portavoce dell’Esl, si tratterà di siriani che non rappresentano i ribelli.
“Incontreranno dei siriani che non rappresentano nessuno”, ha dichiarato Fares al-Bayoush, capo del gruppo Fursan al Haq, appartenente all’Esl.
La Russia sta cercando la collaborazione dei ribelli da tre settimane, inizialmente con le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che si era definito disposto a collaborare con chiunque si opponesse alle forze dell’Isis sul territorio siriano.
Martedì 3 novembre anche il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, ha dichiarato che la Russia inviterà alcuni rappresentanti dell’opposizione anti-Assad per cercare di risolvere il conflitto siriano.
In una conferenza stampa tenuta giovedì 5 novembre la portavoce del ministro degli Esteri russo ha dichiarato che la Russia non considera come terroristi tutti gli oppositori del presidente siriano Bashar al-Assad.
“Non abbiamo mai detto che tutte le parti coinvolte nel conflitto siriano siano composte da terroristi”, ha detto Maria Zakharova. “Avevamo detto che ci sono terroristi, estremisti e c’è un’opposizione armata” ha continuato la portavoce.
L’opposizione siriana si è sempre dimostrata molto cauta nei confronti delle dichiarazioni di Mosca, mostrando una minima apertura lo scorso 28 ottobre con l’ammissione di Munzer Abkik, appartenente al Consiglio nazionale siriano, il quale ammise che anche l’opposizione potrebbe considerare di collaborare con la Russia, ma solo dopo aver valutato la sincerità delle sue intenzioni.