Ucraina, Erdogan chiede a Putin un cessate il fuoco “unilaterale” della Russia per arrivare alla pace
Nel corso di un colloquio telefonico con Putin, il presidente turco Erdogan ha chiesto un cessate il fuoco “unilaterale” in Ucraina per arrivare a una soluzione pacifica della guerra.
Lo riporta l’agenzia russa Tass, dopo che già nella giornata di ieri erano circolate voci su un imminente (e rinnovata) discesa in campo della Turchia come mediatore tra Mosca e Kiev.
Con queste parole Ankara ha riconosciuto di fatto l’aggressione della Russia come causa unica del conflitto, chiedendo al Cremlino di ritirare le truppe per creare i presupposti affinché si arrivi a un tavolo negoziale, al quale Erdogan lavora da tempo per coinvolgere anche gli alleati occidentali.
Il leader autoritario ha ricordato nel colloquio con Putin gli esiti positivi dei negoziati che lo hanno visto protagonista, come quello per il corridoio marittimo del grano dai porti ucraini, diversi scambi di prigionieri e la messa in sicurezza dell’area attorno alla centrale nucleare di Zaporozhzhia.
Erdogan ha spiegato che gli appelli alla pace e ai negoziati dovrebbero essere sostenuti da un accordo unilaterale di cessate il fuoco e una visione per una “soluzione equa”.
Dal canto suo, Putin ha ribadito che Mosca è aperta “a un dialogo serio” se Kiev “soddisfa le richieste note e tiene conto delle nuove realtà territoriali”. Vale a dire, la cessione alla Russia del Donbass e la fine delle velleità sulla riconquista della Crimea.
Oltre alla guerra, però, nel colloquio telefonico Erdogan e Putin hanno parlato anche di energia, dell’hub del gas turco da completare rapidamente, e della situazione in Siria.
Ci sono infatti anche motivazioni di natura economica dietro gli interessi della Turchia affinché la guerra cessi: di fronte a un forte aumento dell’inflazione, Ankara ha bisogno delle risorse russe a basso prezzo come gas, petrolio e grano, ed è disposta a pagarlo anche parzialmente in rubli.