Oggi il faccia a faccia tra Erdogan e Putin: cosa c’è nel piano di pace che il presidente turco proporrà al russo
Cosa c’è nel piano di pace che Erdogan proporrà a Putin
Oggi Erdogan incontrerà Putin ad Astana, capitale del Kazakistan, cercando di costruire le basi per un cessate il fuoco. Un colloquio dal quale la Russia si aspetta “proposte serie” secondo le parole di Lavrov. “Una pace giusta può essere raggiunta attraverso la diplomazia” – ha dichiarato il presidente turco – “Non c’è vincitore in guerra e non c’è perdente in una pace giusta. Il nostro obiettivo è contribuire a fermare il prima possibile lo spargimento di sangue”. Tra i suoi progetti ci sarebbe anche l’organizzazione di un incontro tra Russia e quattro potenze occidentali, Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania, da ospitare ad Ankara.
Ci sono quindi speranze intorno a questo colloquio, e sopratutto speculazioni. Tra le proposte fatte a Mosca ci potrebbe essere l’istituzione di un territorio cuscinetto tra i due stati e il riconoscimento dell’indipendenza di alcune parti del Donbass, forse reiterando il referendum ma questa volta con osservatori internazionali, immagina Carlo Marsili, ex ambasciatore in Turchia intervistato da Adnkronos. Ciononostante Kiev ha detto in passatodi voler tornare con il suo esercito in Crimea, riconquista che anche il mediatore Erdogan si era augurato.
I due capi di Stato saranno riuniti in occasione della Conferenza per l’interazione e le misure di rafforzamento della fiducia in Asia (CICA), ma il tema della guerra in Ucraina, affrontato ai margini del vertice, sarà protagonista. Il mediatore di Ankara, nonostante abbia ceduto alle pressioni Usa interrompendo i pagamenti in rublo, è considerato dal Cremlino l’unico mediatore accettabile finora. Ha già conquistato un accordo sul grano Ucraino, poi spedito in gran parte in Occidente piuttosto che nei paesi dove sono in corso carestie, e sullo scambio di un prigioniero russo di spicco contro gli “eroi della patria” ucraini appartenenti al battaglione neonazista Azov.
Rimane il nodo dell’influenza degli Stati Uniti ai confini con la Russia. La Francia ha già annunciato che rinforzerà la sua presenza militare ai confini est dell’Europa e sopratutto l’Ucraina continua a reclamare un posto nell’Alleanza atlantica. La Russia ha sempre posto come limite da non superare l’adesione dei suoi vicini al Trattato, ma Kiev sembra voler seguire l’esempio dei Paesi Baltici.