Erdogan sente Putin e Zelensky al telefono: “Mosca ora più aperta ai negoziati”
Putin sarebbe “molto più aperto a negoziati con Kiev rispetto al passato”, così il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha anticipato che il prima possibile avrà un colloquio telefonico sia con il presidente russo che con quello ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo quanto reso noto dall’agenzia Ria Novosti Erdogan ha aggiunto: “Vedremo questo sforzo diplomatico dove potrà portare”. Tornando in Turchia dall’Azerbaigian, Erdogan si è anche sbilanciato sul miglior risultato finora da lui ottenuto come mediatore tra le parti, l’accordo sul grano, in scadenza il mese prossimo: “Non ci sono ostacoli all’estensione dell’accordo di esportazione. L’ho capito dai colloqui che ho avuto con Zelensky la notte scorsa e anche dai colloqui con Putin”.
Otto milioni di tonnellate di cereali e altri alimenti sono stati esportati in base all’accordo firmato lo scorso luglio grazie all’intervento pacificatore delle Nazioni Unite e di Ankara. In tutto sono partite 363 navi, che hanno trasportato il 62% del grano in Europa, il 19,5% in Asia, il 13% in Africa e il 5,3% nei Paesi del Medio Oriente. La Turchia ha inoltre mediato uno scambio di prigionieri massiccio avvenuto a metà settembre tra i due Paesi in guerra. Appena due giorni fa aveva inoltre raggiunto un accordo con Putin per la creazione di un hub del gas sul proprio territorio.
Sul fronte delle relazioni internazionali della Paese, Erdogan ha fatto sapere di aver accettato l’invito del nuovo premier svedese Ulf Kristersson di incontrarsi per discutere dell’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato: “Il nuovo premier svedese ha chiesto un incontro. Ho detto ai nostri amici di fissare un incontro. Discuteremo di questi problemi con lui nel nostro Paese”. Kristersson, ha proseguito Erdogan, è “dalla parte della lotta al terrorismo ed ai terroristi. Fa dichiarazioni del tipo ‘non dovremmo ospitare terrorismo e terroristi’. Naturalmente metteremo alla prova la loro sincerità su questo tema nell’incontro che terremo”.