Erdogan accusa Israele: “Paese più fascista e razzista al mondo” e Netanyahu risponde
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Le parole del presidente turco fanno seguito all'approvazione da parte del governo israeliano di una legge che stabilisce che Israele è uno Stato "esclusivamente ebraico"
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan ha pronunciato parole dure contro il governo israeliano.
L’uomo forte della Turchia ha definito Israele il paese “più fascista e razzista al mondo”.
Il commento del presidente Erdogan fanno riferimento alla controversa legge approvata pochi giorni fa che stabiliscono che Israele è lo “Stato-nazione del popolo ebraico”.
“Questa misura ha mostrato senza lasciare alcun dubbio che Israele è lo Stato più sionista, fascista e razzista al mondo”, ha detto il presidente Erdogan, nel corso di un intervento di fronte a un gruppo parlamentare ad Ankara.
Il governo turco si era opposto alla legge ancora prima che venisse approvata, parlando di “diritti universali calpestati” e attaccando la “mentalità anacronistica e discriminatoria” di Israele.
Alle parole di Erdogan ha fatto seguito la risposta del premier israeliano, Benjamin Netanyahu.
“La Turchia sotto la guida di Erdogan si trasforma in una dittatura oscura” e il presidente turco ha “trucidato i siriani e i curdi”.
La “legge sullo Stato-nazione ebraico” stabilisce che l’arabo non sarà più considerata la lingua ufficiale e che la costruzione di nuovi insediamenti è considerato un interesse nazionale.
Inoltre, secondo la nuova legge, la città di Gerusalemme è considerata la capitale dello Stato ebraico nella sua completezza.
Il disegno di legge è stato approvato con il sostengo del partito di destra che governa il paese e stabilisce che “Israele è la patria storica del popolo ebraico che ha un diritto esclusivo all’autodeterminazione nazionale”.
Per il premier Netanyahu, l’approvazione della legge rappresenta un momento importante per Israele, mentre è stata fortemente criticata dalla componente araba del Parlamento.
Adalah, il Centro legale per i diritti delle minoranze arabe in Israele, ha definito la legge un tentativo di promuovere “la superiorità etnica attraverso politiche razziste”.
In Israele ci sono circa 9 milioni di arabi, che compongono il 20 per cento della popolazione.