Anche i guerriglieri marxisti dell’Eln vogliono trattare la pace con il governo colombiano
Il gruppo fin dagli anni Novanta è stato al centro di alcune sanguinose azioni militari contro il governo di Caracas e di numerosi rapimenti
I ribelli marxisti dell’Eln hanno annunciato che sono pronti ad avviare le trattative per raggiungere un accordo di pace con il governo colombiano.
L’annuncio dell’Eln è arrivato due giorni dopo la storica pace firmata dal governo di centro destra della Colombia e i miliziani comunisti delle Farc, mettendo fine a un conflitto negli ultimi cinquant’anni ha ucciso oltre 220mila persone e portato la nazione sudamericana sull’orlo del collasso.
Alcuni recenti attacchi e rapimenti dell’Eln avevano fatto naufragare qualsiasi tentativo di accordo e il governo stava per abbandonare il tavolo delle trattative durante i primi contatti informali avuti a marzo, ma il leader dei guerriglieri ha annunciato che l’Eln “è pronto a trovare soluzioni e a superare le difficoltà”.
L’Esercito di liberazione nazionale è nato nel 1964 sull’onda della rivoluzione cubana del 1959. Tra i fondatori c’era il prete gesuita Camilo Torres, seguace della teologia della liberazione, il movimento nato all’interno della chiesa cattolica in America Latina come risposta alle dilaganti ingiustizie e la povertà delle classi meno abbienti.
L’Eln, dopo la pace firmata con le Farc, è il primo gruppo ribelle della Colombia e nel suo esercito combattono oltre 2mila guerriglieri. Finanziato con estorsioni, traffico di droga e i riscatti dei rapimenti, l’Eln ha compiuto le azioni più sanguinose a partire dagli anni Novanta.
Nell’ottobre del 1998 fecero esplodere un oleodotto nella provincia di Antioquia, causando la morte di 84 persone. L’anno scorso undici soldati sono stati uccisi in un’imboscata durante le elezioni locali mentre stavano trasportando urne.