Elezioni Usa 2024, da Kamala Harris a Michelle Obama fino a Gavin Newsom: ora il Partito Democratico cerca l’alternativa a Biden
Elezioni Usa 2024, chi potrebbe sostituire Joe Biden
La performance deludente di Joe Biden durante il primo dibattito presidenziale ha riacceso le preoccupazioni tra i democratici. Durante il confronto, il presidente è apparso stanco e confuso, mentre i vertici del partito si scambiavano messaggi preoccupati, discutendo su come affrontare la situazione in vista delle elezioni del 5 novembre.
“Sembrava disorientato” ha commentato subito dopo il dibattito il consulente politico David Axelrod, noto per aver contribuito all’elezione di Barack Obama. “Ci saranno molte discussioni sull’opportunità di lasciarlo proseguire”. Sebbene i democratici continuino a sostenere pubblicamente la candidatura di Biden, in privato si interrogano sul da farsi.
Non è mai accaduto che un candidato si ritirasse a questo punto della campagna elettorale, e una decisione del genere potrebbe rivelarsi disastrosa. Se fosse necessario, Biden rimarrebbe in carica fino alla fine del mandato, come avvenne per Lyndon Johnson nel 1968, ma i delegati da lui ottenuti durante le primarie – il 95% dei 4.000 totali – tornerebbero in palio. Il sostituto sarebbe scelto durante la convention di agosto a Chicago, mentre se Biden si ritirasse dopo la convention, sarebbe il partito a scegliere il successore.
I possibili candidati non sono molti e dovrebbero lottare per conquistare il voto dei delegati lasciati da Biden. L’opzione più concreta è la vicepresidente Kamala Harris, anche se le regole del partito non le conferiscono alcun vantaggio in caso di ritiro di Biden. Non riceverebbe automaticamente i delegati, ma Biden potrebbe tentare di influenzare il processo sostenendola con il proprio endorsement.
Il candidato più quotato sembra essere il governatore della California Gavin Newsom: relativamente giovane, di bella presenza e con un profilo nazionale, sebbene sia stato coinvolto in qualche scandalo. Newsom, presente ad Atlanta, ha ribadito ai giornalisti che il partito rimane unito con il presidente.
Un altro nome papabile è quello della governatrice del Michigan Gretchen Whitmer, nota per aver gestito con abilità le tensioni con Donald Trump durante la pandemia e per essere stata vittima di un tentativo di rapimento da parte di una milizia, che si è concluso con nove condanne.
Ci sono poi alcuni candidati in seconda fila: il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, quello dell’Illinois J.B. Pritzker e il deputato della California Ro Khanna.
Infine, c’è sempre l’ipotesi suggestiva di Michelle Obama, rilanciata da molti ma sempre respinta dalla stessa ex first lady, che ha dichiarato di non avere intenzione di tornare alla Casa Bianca.