La silenziosa notte elettorale di Washington: doveva accadere di tutto e non è successo (ancora) nulla
Doveva accadere di tutto e invece non è successo nulla. Inutili, almeno finora, le misure di sicurezza senza precedenti, la gabbia di metallo costruita attorno alla Casa Bianca, il dispiegamento di polizia e le tavole di legno davanti alle vetrine. La notte elettorale di Wahington DC scorre silenziosa e confusa.
La città si è svegliata oggi in una calma surreale che attende solo di essere spezzato da urla di gioia o sirene della polizia. Come nel Wrestling lo show mediatico è stato totale, l’attenzione massima, la tensione alle stelle ma poi i due lottatori non si sono neanche toccati.
Dai primi exit-poll alle 20.00 locali emerge solo incertezza, la folla radunata davanti al megaschermo a Franklin Square capisce che la notte sarà lunga, c’è chi ha un thermos di thè e chi invece preferisce una mignon di Jack Daniel. Davanti alla Casa Bianca, nella Black Lives Matters Plaza, invece, gli artisti di strada hanno allestito una specie di circo, musica dal vivo e trampolieri con le facce del presidente. L’atmosfera tende nettamente più verso la fiera di paese che nella direzione dell’insurrezione generale, come si era letto ripetutamente sui social media nei giorni precedenti.
Passano le ore e i voti arrivano, non ci sono grandi sorprese, ma Donald Trump non va male come si era creduto, anzi la macchia rossa sulla cartina è solida e non accenna a ridursi. A Franklin Square, dove fino a poche ora prima si ballava davanti a un pollo-Trump gonfiabile di cinque metri, ora ci si morde le unghie, la musica è sparita e rimane solo l’audio della CNN.
Verso mezzanotte appare chiaro che il risultato non arriverà nottetempo e la piazza lentamente si svuota, rimangono in pochi, caschi da skater e ombrelli neri per schermarsi dai fotografi, sono gli Antifa di DC. Anche i più duri però sembrano confusi, mettono in scena un corteo da circa mille persone per le vie della capitale in cui l’evento più significativo è un bidone della spazzatura in fiamme. Delle milizie pro-Trump che promettevano di discendere sulla capitale neanche l’ombra. È stata l’ultima notte di quiete o semplicemente si è rivelato tutto un grande bluff?
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