L’analista che ha previsto la vittoria di Trump e di tutte le elezioni Usa negli ultimi 30 anni
Il modello creato da Allan Lichtman applicato alle elezioni presidenziali dal 1860 al 2016 non ha mai fallito
A poche ore dalla sorprendente vittoria del repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, il professor Allan Lichtman può anche per questa tornata elettorale essere fiero di sé.
Lichtman è infatti un analista politico che dal 1984 a oggi non ha mai sbagliato un pronostico sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, e per il 2016 aveva previsto un’alta probabilità che fosse proprio Trump a diventare il prossimo presidente.
Le previsioni di Lichtman non si basano su sondaggi, studi demografici o sulle sue idee politiche. Il professore utilizza un sistema di dichiarazioni vere/false da lui chiamato le “Chiavi per la Casa Bianca” per determinare chi sarà il favorito e questo modello, applicato alle elezioni del passato, non ha mai fallito dal 1860 a oggi.
E questa volta, sostiene il professore, il favorito è assolutamente Donald Trump. Ecco le variabili che fanno pensare questo a Lichtman:
– Mandato del partito: dopo le elezioni di midterm, il partito del presidente in carica detiene più seggi alla Camera rispetto alle precedenti elezioni di midterm.
– Primarie: il candidato del partito espressione del presidente ha dominato le primarie nel suo partito.
– Incumbent: uno dei candidati è il presidente in carica.
– Terzo partito: non c’è un terzo partito o candidato indipendente con un significativo sostegno degli elettori (almeno il 5 per cento).
– Congiuntura economica: l’economia non è in recessione.
– Economia nel lungo periodo: la crescita del Pil durante il mandato del presidente in carica è uguale o superiore alla media dei due precedenti mandati.
– Malcontento sociale: Non vi sono stati importanti manifestazioni o agitazioni sociali durante il mandato.
– Riforme: L’amministrazione del presidente in carica ha apportato cambiamenti sostanziali nella politica nazionale.
– Scandali: L’amministrazione in carica è stata immune da grandi scandali.
– Fallimenti militari-politica estera: L’amministrazione in carica non ha subito sconfitte militari o diplomatiche
– Successi militari-politica estera: L’amministrazione in carica ha ottenuto dei successi militari o in politica estera.
– Carisma del candidato incumbent: Il candidato del partito in carica è carismatico o un eroe nazionale.
– Carisma dello sfidante: Il candidato del partito sfidante è carismatico o un eroe nazionale.
Questi tredici punti sono quelli che Lichtman chiama le “Chiavi per la Casa Bianca. La risposta “vero” ad ogni domanda implica un punto a favore per la rielezione di un candidato del partito che è già alla Casa Bianca. Se, invece, almeno sei o più delle risposte sono “false”, il candidato sarà sconfitto.
I democratici rispondevano sicuramente in maniera negativa alle domande 1,3, 7, 11 (le più importanti riforme di Obama risalgono al primo mandato) e 12, ma le altre erano davvero in bilico.
Ad esempio la numero 13 (Trump può essere considerato un candidato carismatico), la numero 11 (Siria, lotta all’Isis, successi geopolitici di Vladimir Putin) e la numero 4 (il libertario Gary Johnson).