Elezioni Spagna 2019, quali sono i principali partiti candidati alle politiche del 10 novembre
Elezioni Spagna 2019, quali sono i principali partiti candidati alle politiche del 10 novembre
Manca pochissimo alle elezioni politiche in Spagna del 10 novembre 2019, ma quali sono i principali partiti candidati alle elezioni e chi sono i loro leader? A contendersi la vittoria sono tanti partiti, sia nazionali che regionali, che proveranno a dare alla Spagna un governo stabile, a differenza di quanto successo con le elezioni dello scorso 28 aprile. In quel caso, i negoziati per formare un esecutivo a guida socialista non andarono a buon fine e il governo Sanchez non ottenne mai la fiducia del parlamento, rendendo necessario lo scioglimento delle Camere e il ritorno alle urne.
I principali partiti candidati alle elezioni in Spagna del 10 novembre 2019 sono gli stessi della tornata elettorale di 7 mesi fa e dunque i socialisti del Psoe di Pedro Sanchez, i popolari di Pablo Casado, i centristi di Ciudadanos guidati da Albert Rivera, Podemos di Pablo Iglesias e i populisti di destra di Vox guidati da Santiago Abascal.
Qui l’elenco completo dei partiti in corsa alle elezioni Spagna 2019:
Partito Socialista Operaio Spagnolo
Partito Popolare
Ciudadanos
Unidos Podemos
Vox
Sinistra Repubblicana di Catalogna – Sovranisti
En Comú Podem
Junts per Catalunya
Partito Nazionalista Basco
Euskal Herria Bildu
Coalizione Canaria – Partito Nazionalista Canario
Navarra Suma
Compromís (Blocco Nazionalista Valenciano)
Partido Regionalista de Cantabria
Fronte Repubblicano
Blocco Nazionalista Galiziano
Recortes Cero – Gruppo Verde
Nueva Canarias
PACT
Més per Menorca
Geroa Bai (Partito Nazionalista Basco)
Por un Mundo más Justo
En Marea
Qui i profili dei leader dei principali partiti candidati alle elezioni:
Pedro Sanchez, economista e docente universitario, fa parte del PSOE dal 1993. Nel 2014 ne è diventato segretario generale. Un primo incarico per formare un governo gli fu affidato nel 2016, tentativo poi fallito. Guida il governo spagnolo dal 2 giugno 2018. È professore di Struttura Economica e Storia del Pensiero Economico presso la facoltà di Giurisprudenza e Commercio dell’Università Camilo José Cela di Madrid. È segretario del Partito Socialista Operaio Spagnolo dal 18 giugno 2017, dopo esserlo già stato dal 2014 al 2016. È stato consigliere comunale di Madrid dal 2004 al 2009. Nel 2009 è diventato membro del Congresso dei Deputati.
Pablo Casado, a capo del Partito Popolare dal luglio 2018, è un leader che ha dimostrato di saper assumere posizioni molto radicali. È contrario alle nozze omosessuali, all’adozione di bambini da parte di coppie gay, alla liberalizzazione delle droghe. Il PP tenterà di imporsi nettamente come prima forza dell’area di centrodestra e destra per poi tentare un accordo con i centristi di Ciudadanos e con la destra radicale di Vox. Casado punta molto sull’unità della Spagna, nettamente contrario alle posizioni degli indipendentisti catalani, con la difesa dell’articolo 155 della Costituzione che consente al governo di controllare direttamente le autorità di una Comunità autonoma, in caso di violazioni di disposizioni costituzionali.
Pablo Iglesias, docente di scienze politiche a Madrid, fondatore nel 2014 di Podemos, è il massimo esponente della sinistra radicale spagnola. Da giovane fu attivista comunista e no global, la sua formazione, Podemos, è stata la prima a rompere lo schema bipartitico Socialisti-Popolari. Iglesias sarebbe disponibile ad un accordo con il PSOE ma contrario a interagire con i centristi liberali di Ciudadanos.
Albert Rivera, a capo di Ciudadanos dal 2006, è il capo di una formazione liberale che guarda a destra e vuole difendere gli interessi del ceto medio e dei lavoratori autonomi, lottare per una riduzione delle tasse, arrivare ad un Paese unito ponendo fine agli scontri da guerra civile con i secessionisti.
Santiago Abascal è il leader del partito politico che sta catturando in queste settimane maggiore attenzione. Vox, formazione di estrema destra in ascesa come dimostrato da risultati di elezioni locali, ha apertamente lanciato la sfida al Partito Popolare, per erodere consensi ed essere decisiva per l’eventuale formazione di un esecutivo a guida PP. Abascal e i suoi hanno posizioni ultraconservatrici, estreme sull’immigrazione: vorrebbero l’espulsione dei migranti senza documenti, dicono no all’aborto, sono antifemministi, chiedono di ridurre la stretta sul possesso di armi e di allargare i confini della legittima difesa.
Come si vota alle elezioni in Spagna: il sistema delle papeletas electorales
In Spagna è in uso il sistema delle “papeletas electorales” prestampate. Non esiste la scheda elettorale come quella usata in Italia, che contiene tutti i simboli dei partiti in un unico foglio su cui l’elettore deve votare con una x. Al contrario, in Spagna c’è una scheda per ogni partito. Sono dei fogli allungati e stretti su cui viene indicato il nome del partito e la lista con i nomi dei candidati (che non possono essere scelti, poiché non esiste il voto di preferenza. L’elettore, una volta arrivato nel seggio, sceglie la “papeleta” del partito che vuole votare, prendendola da un tavolo dove sono ordinate tutte le schede elettorali dei partiti che si presentano in quella Circoscrizione. L’elettore sceglie la scheda del partito che vuole votare davanti agli altri votanti, esistono tuttavia delle cabine con tendina dove si può votare in segreto, ma non sono molto usate.
Gli elettori possono portarsi la papeletas anche da casa, dal momento che molti partiti inviano al proprio domicilio il foglio per votare. Una volta scelto il foglietto del partito esso va inserito in una busta con sopra scritto “diputados”. Arrivati al seggio, dopo aver mostrato il documento d’identità, si inserisce la busta nell’urna.
Qui un esempio delle papeletas electorales: