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Elezioni in Spagna, domenica 28 aprile urne aperte per un governo: le principali informazioni sul voto

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Elezioni Spagna 2019 | Domenica 28 aprile | Sondaggi | Come si vota | Legge elettorale | Candidati

Oggi, domenica 28 aprile 2019 in Spagna, a poco meno di un mese dalle Elezioni Europee, e due anni dopo le ultime elezioni politiche, si vota di nuovo per le elezioni generali.

Il Paese cerca una nuova solida guida dopo anni di instabilità. Si tratta del terzo voto generale spagnolo dal 2015.

Le urne si sono aperte dopo il tentativo fallito dell’attuale premier, il socialista Pedro Sanchez, a capo del governo da giugno 2018, di far approvare una legge di bilancio per l’anno in corso.

Sanchez ha guidato un esecutivo di minoranza dopo essere riuscito a scalzare il governo di Mariano Rajoy, sfiduciato in seguito agli scandali di corruzione che hanno coinvolto esponenti di primo piano del Partito Popolare.

Il segretario del PSOE è stato costretto a convocare elezioni anticipate dopo aver perso il sostegno dei secessionisti catalani.

Elezioni Spagna 2019 sondaggi politici

Il quadro politico è piuttosto frammentato. I sondaggi non indicano una formazione in grado di raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi alla camera bassa, il Congresso dei Deputati.

Secondo le previsioni, Sanchez e i socialisti potrebbero ottenere 120-130 rappresentanti su complessivi 350, più di tutti i loro avversari ma non abbastanza per formare un governo da soli. Il rischio è che si arrivi ad una nuova situazione di stallo tra centrodestra e centrosinistra spagnolo.

Lo scenario ricalca quello relativo proprio alle Elezioni Europee di fine maggio, quando il consueto duopolio fra Ppe e Socialisti, quasi certamente, non arriverà alla maggioranza dei seggi dell’Europarlamento.

Elezioni Spagna 2019 situazione in vista del voto

Ma i numeri che circolano alla vigilia del voto non sono l’unico allarme per il PSOE. Ci sono due fattori che mettono a rischio il ritorno al potere di Sanchez.

Il primo è la crisi del movimento secessionista catalano: alcuni dei leader sono sotto processo con l’accusa di ribellione, disobbedienza e abuso di fondi pubblici.

Il secondo è l’improvvisa ascesa di Vox, partito di estrema destra filofranchista che ora compete con il Partito Popolare, lo storico partito di destra spagnolo, a cui appartenevano alcuni dei suoi massimi esponenti.

I due fattori sono in qualche modo legati. Vox ha conosciuto una forte ascesa anche a causa della rabbia che si è diffusa in alcune regioni della Spagna durante il controverso referendum sull’indipendenza della Catalogna, tenutosi nel 2017. Il voto, ritenuto illegale da Madrid, ha portato a numerosi episodi di caos e violenze nelle strade di Barcellona.

Le tensioni in Catalogna si sono calmate, ma nella regione nordorientale c’è un blocco indipendentista che mantiene il controllo del governo locale: ci sono milioni di catalani che continuano a nutrire aspirazioni di maggiore libertà da Madrid.

Per i secessionisti, il processo ai loro leader è solo una vendetta per punire gli avversari di Madrid. C’è chi definisce il processo “un’azione contro un’ideologia e contro il dissenso politico”. Mentre le autorità spagnole rispondono alle accuse affermando che non hanno scelta, che la magistratura spagnola è indipendente e sta semplicemente affermando lo stato di diritto rispondendo alle mosse incostituzionali dei secessionisti.

Elezioni Spagna 2019 | Legge elettorale

Il sistema elettorale spagnolo prevede l’elezione dei 350 deputati del Congresso, la camera bassa, con un metodo proporzionale, applicato in ciascuna circoscrizione e non a livello nazionale, e l’elezione di 208 senatori con metodo maggioritario.

Per quanto concerne il Congresso dei Deputati, che è la camera che esprime la fiducia al governo, il numero delle circoscrizioni è alto. Sono 50 e ogni circoscrizione corrisponde a una provincia.

Il numero di rappresentanti da eleggere in ogni circoscrizione è basso e varia da uno fino ad oltre 30 delle aree di Madrid e Barcellona. In media sono 7 i deputati da eleggere per ogni circoscrizione.

La soglia di sbarramento è implicita ed elevata. Esiste però anche uno sbarramento formale al 3% dei consensi, necessario per escludere piccoli partiti dalla ripartizione dei seggi in circoscrizioni molto grandi come Madrid e Barcellona.

Le liste, proprio come in Italia, sono bloccate. Non sono previste preferenze. Non è previsto alcun premio di maggioranza per le forze politiche che raggiungono un maggior numero di consensi a livello locale o nazionale.

Per quanto riguarda i 208 senatori, il sistema maggioritario è plurinominale e prevede l’assegnazione di 4 senatori a ciascuna provincia peninsulare, per un totale di 188 eletti.

Alle province insulari vengono invece attribuiti 16 senatori, variamente attribuiti. Infine, solo 2 senatori vengono assegnati per l’elezione nelle città autonome di Ceuta e Melilla.

Elezioni Spagna 2019 candidati

I candidati delle elezioni in Spagna sono cinque. Ecco l’elenco:

  • Pedro Sanchez, 47 anni, attuale premier, in carica come presidente del governo da giugno 2018, e segretario del Partito socialista spagnolo (PSOE);
  • Pablo Casado, presidente del Partito Popolare (PP);
  • Pablo Iglesias, 40 anni, fondatore e presidente di Podemos, principale partito di sinistra radicale;
  • Albert Rivera, 39 anni, presidente dei centristi di Ciudadanos;
  • Santiago Abascal, 43 anni, ex Popolare, sovranista ed euroscettico, presidente di Vox.

La legge elettorale vigente, in vigore precisamente dal 1977 con la Costituzione spagnola che trasformò il regime in una monarchia parlamentare, ha fino a pochi anni fa consentito la formazione di maggioranze solide, grazie al forte bipartitismo tra Partito Popolare Partito Socialista. Ma la significativa, recente, crescita di formazioni alternative come Ciudadanos e Podemos, e poi più recentemente di Vox, ha reso il sistema molto più frammentato e instabile. Anche a queste elezioni sarà complicato formare un Governo solido?

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