Domenica si elegge il sindaco di Parigi, ma nessuno ne parla
Il 15 marzo otto candidati si sfideranno per la guida amministrativa del capoluogo francese, e altri 34mila comuni sceglieranno il proprio sindaco. Ma la paura del contagio da Coronavirus sta già influendo sulle elezioni
Elezioni in Francia, domenica si vota per il sindaco di Parigi
Secondo l’Oms il Coronavirus è ufficialmente una pandemia e anche in Francia i numeri parlano di emergenza: con 2.281 casi e 48 morti, il Paese è il secondo focolaio di nuovo Coronavirus in Europa. Ma questo non ha spinto il governo ad annullare le elezioni amministrative previste per domenica 15 marzo, quando 35mila comuni, compreso quello di Parigi, sceglieranno il proprio sindaco.
Il Coronavirus non ha indotto il governo di Emmanuel Macron a rimandare l’appuntamento elettorale, ma sicuramente ha messo le elezioni amministrative in secondo piano, nonostante siano un banco di prova importante per i principali partiti del Paese a due anni dalle prossime presidenziali. E forse proprio per questo rimandarle è fuori discussione. Lo ha sottolineato anche il portavoce del governo, Sibeth Ndiaye, in un discorso pronunciato mercoledì 11 marzo, in cui ha sottolineato l’importanza della “continuità democratica”.
I candidati alla carica di sindaco di Parigi
Per la guida del capoluogo francese si sfideranno otto candidati, tra cui la sindaca uscente, Anne Hidalgo, eletta col Partito Socialista nel 2014 e sostenuta da una lista, Paris en commun, di cui fa parte anche il Partito Comunista francese, e la candidata che secondo i sondaggi potrebbe tenere testa all’attuale prima cittadina, Rachida Dati, ex ministra della Giustizia nel governo di Nicolas Sarkozy e candidata con Les Républicains. Secondo gli ultimi dati, infatti, Dati godrebbe del 25 per cento dei consensi contro i 24 punti della sindaca uscente.
A correre per la carica anche Agnès Buzyn, ex ministra della Sanità, che si presenta per il partito di Emmanuel Macron, La République en marche, Cédric Villani, matematico liberale che si è candidato in polemica con le scelte del partito di Macron ma che potrebbe allearsi con Buzyn in caso di ballottaggio, e David Belliard, esponente dei Verdi che “vuole liberare Parigi dalle auto”.
Anche i candidati di estrema sinistra propongono programmi “verdi”: Danielle Simonnet e Vikash Dhorasoo, della lista France Insoumise, promettono iniziative che promuovano la sostenibilità ambientale soprattutto per bambini e adolescenti.
Di posizioni opposte Marcel Campion, imprenditore nel campo delle sagre e dei luna park, che si presenta con il movimento civico Libérons Paris e vorrebbe la riapertura di diverse strade del centro alle auto, nonché la costruzione di parcheggi sotterranei a Parigi. Rassemblement national, la destra estrema di Marine Le Pen, sosterrà Serge Federbusch, che si presenta con la lista Aimer Paris.
Il Coronavirus potrebbe influire sul voto
Ma l’epidemia di Coronavirus e la paura del contagio, che inizia a diffondersi nonostante i toni cauti e pacati del governo sull’emergenza, potrebbe mettere a dura prova l’affluenza, contribuendo a un trend che è comunque in calo da oltre 30 anni. Secondo un rapporto pubblicato dall’edizione francese di Slate, dal 1983 a oggi la partecipazione alle elezioni amministrative è gradualmente diminuita, passando dal 74 per cento circa del 1983 al 63,6 per cento delle elezioni che hanno eletto Hidalgo nel 2014.
Il timore di essere contagiati potrebbe contribuire a far diminuire l’affluenza, laddove l’unica precauzione suggerita da una circolare del ministero dell’Interno per non prendersi il Coronavirus andando a votare, è quella di presentarsi al seggio elettorale muniti della propria penna, anche se funzionari e candidati stanno cercando di rassicurare gli elettori formulando diverse raccomandazioni: maschera, blocco, gestione delle code ed attenzione alla cosiddetta distanza di dropless (la distanza necessaria perché goccioline di saliva non colpiscano chi è vicino), mentre alcuni comuni hanno attrezzato i seggi con dispenser di gel disinfettante da utilizzare prima e dopo il voto.
Eppure, secondo un sondaggio Elabe, il 28 per cento dei francesi avrebbe già deciso di restare a casa. Una percentuale di “drop out” destinata ad aumentare: quando Ndiaye ha escluso pubblicamente l’opzione di annullare le elezioni il 27 febbraio scorso, c’erano meno di venti persone contagiate in Francia. Adesso sono oltre 2mila, tra cui persino il capo di gabinetto di Emmanuel Macron, il quale stasera, giovedì 12 marzo, pronuncerà il primo discorso alla nazione sull’emergenza. Ma il rinvio sembra essere ancora fuori discussione.
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