Elezioni nel Regno Unito: record di donne elette in Parlamento. E tutte con i Labour
221 seggi della nuova House of Commons saranno occupati da donne, il miglior record di rappresentanza femminile mai registrato in Gran Bretagna
Regno Unito, record di donne in Parlamento dopo le elezioni
La vittoria schiacciante di Boris Johnson alle elezioni nel Regno Unito non è l’unica notizia che arriva da oltre Manica dopo il voto del 12 dicembre, perché in Parlamento è record di donne.
La fisionomia della House of Commons sembra essere letteralmente cambiata non solo per quanto riguarda la rappresentanza politica, che vede i conservatori guadagnare 46 seggi rispetto alle ultime elezioni e 161 in più rispetto ai Labour – e avere la strada spianata verso la Brexit – ma anche dal punto di vista della rappresentanza di genere.
Secondo quanto riporta la Press Association, non ci sono mai state così tante donne nel Parlamento britannico come dopo il voto di ieri: ben 221, la maggior parte delle quali elette con il partito di Jeremy Corbyn. Più del 50 per cento di deputate laburiste, infatti, sono di sesso femminile, pari cioè a 104 dei 206 parlamentari labour.
Dal lato blu della House of Commons occupata dai conservatori siederanno invece solo 86 donne, una cifra piccola se si considera il totale di 384 parlamentari eletti, ma che costituisce comunque un record per i Tory, i quali non sono mai stati rappresentati dalle donne con una percentuale così alta.
Infine i liberal democratici vedono la più altra proporzione di donne tra i propri “seats”: sette deputati degli 11 eletti sono di sesso femminile.
Il motivo per cui la House of Commons quest’anno ha registrato un record assoluto di rappresentanza femminile risiede nel fatto che, per le elezioni del 12 dicembre, ogni lista ha presentato una percentuale leggermente maggiore di candidate rispetto alle elezioni precedenti, secondo i dati rilasciati dalla House of Commons Library.
Eppure alcune deputate che già sedevano in Parlamento hanno lasciato l’incarico proprio prima delle elezioni, a causa delle molestie e delle intimidazioni subite sul luogo di lavoro.
A ottobre scorso nel giro di quattro giorni ben sei deputate si sono dimesse per via delle difficoltà incontrate nel ricoprire il proprio incarico, di circostanze personali o di minacce, dopo che nel 2016 la deputata laburista Jo Cox, che appoggiava il fronte “remain”, è stata assassinata nei pressi di Leeds dal nazionalista Thomas Mair, affiliato al movimento neonazista.
Tra le donne elette con il voto di ieri spuntano volti già noti in Parlamento, come la laburista Chi Onwurah, che si è aggiudicata il primo seggio assegnato ufficialmente dopo gli scrutini nella “roccaforte rossa” di Newcastle, ma anche nuove rappresentanti, come la deputata del partito nazionalista scozzese Amy Callaghan, che occuperà il seggio di una delle più grande sconfitte di questa tornata elettorale, la leader dimissionaria dei lib-dem Jo Swinson.
Una delle donne che potrebbe essere destinata a svolgere un ruolo chiave nel futuro del Partito Laburista è l’ex ministro ombra all’istruzione Angela Rayner, che dopo la disfatta di Corbyn ha la possibilità di candidarsi alla leadership del partito insieme a Jess Phillips, la quale ha già espresso la volontà di correre per la nuova guida del partito.
Se una delle due vincesse, diventerebbe la prima leader femminile nella storia del Partito Laburista.