Elezioni Regno Unito, i risultati: vincono i conservatori di Boris Johnson, Brexit più vicina
Elezioni Regno Unito, i risultati: avanti i conservatori di Johnson
Una larga maggioranza per i conservatori, per i Tory guidati dal primo ministro Boris Johnson. Una sonora sconfitta per il Labour di Jeremy Corbyn e tutto il fronte pro-referendum sulla Brexit. È l’indicazione fornita dagli exit poll sulle Elezioni in Regno Unito di oggi, giovedì 12 dicembre. I dati sono stati diffusi subito dopo la chiusura dei seggi e ad inizio dello spoglio, alle ore 22 locali, le 23 in Italia.
Secondo l’exit poll di Ipsos Mori diffuso dalla Bbc, il voto assicura una maggioranza assoluta Tory alla prossima Camera dei Comuni, che Johnson insegue per sigillare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea entro il 31 gennaio 2020. Secondo i dati, il partito conservatore ha incassato 368 seggi su 650, mentre al Labour di Jeremy Corbyn ne vengono attribuiti solo 191, peggio delle attese, e all’intero fronte pro referendum bis 260 circa.
“Grazie a tutti nel nostro grande paese, a chi ha votato, a chi è stato volontario, a chi si è candidato. Viviamo nella più grande democrazia del mondo”, ha twittato Boris Johnson subito dopo la diffusione degli exit poll.
Non è tardato ad arrivare un commento di Matteo Salvini. Il leader della Lega in un tweet ha scritto: “Go Boris Go! Sinistra sconfitta anche in Gran Bretagna!”. La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni intanto: “Congratulazioni a Boris Johnson per la grande vittoria. Ancora una volta la coerenza paga, ora la volontà del popolo britannico sarà finalmente rispettata. A noi il compito di difendere gli interessi italiani in un nuovo rapporto di cooperazione con il Regno Unito”.
La sconfitta dei laburisti, il peggior risultato dal 1935
Per i laburisti si tratta di una sconfitta senza precedenti negli ultimi decenni. Dopo la pubblicazione degli exit poll è iniziato un processo a Jeremy Corbyn per la disfatta del Labour. Per il partito si tratta del peggiore risultato per il partito dal 1935. Il politologo Michael Thrasher afferma che Corbyn sarà ricordato tra “i peggiori leader laburisti della storia”. Il cancelliere dello Scacchiere ombra, John McDonnell, braccio destro di Corbyn, ha rinviato le decisioni su eventuali dimissioni ai risultati ufficiali. Ma ha ammesso che il voto “è stato dominato dalla Brexit”.
I conservatori espugnano il muro rosso
I conservatori hanno ottenuto successo anche in aree storicamente dominate dal Labour. È passato al Tory ad esempio Iain Levy, storico collegio minerario laburista di Blyth Valley, in mano alla sinistra dal 1950, ma pro-Brexit e preso di mira apertamente da Johnson. Restano invece al Labour i collegi ugualmente rossi di Newcastle, dove è stata confermata deputata con netto vantaggio Chi Onwurha, e di Sunderland, dove comunque i laburisti perdono un 12 per cento di voti a vantaggio dei conservatori, il cui candidato è secondo a un’incollatura, e Brexit Party.
Il volo della sterlina
La notizia del successo di Johnson ha fatto schizzare in alto la sterlina su dollaro ed euro. Il risultato mette fine alle incertezze sulla Brexit e allontana l’ombra del Labour a trazione socialista di Jeremy Corbyn, temuto dai mercati e nel mondo del grande business per il suo programma radicale in politica economica e sociale. Dopo la diffusione dell’exit poll della Bbc la divisa britannica guadagnato l’1,85 per cento sul dollaro e l’1,09 sull’euro.
Elezioni Regno Unito, la guida al voto
Nei 650 collegi organizzati in tutto il Regno Unito, oggi si è votato per il rinnovo della Camera dei Comuni. A richiedere a gran voce le elezioni, nei mesi scorsi, è stato il premier uscente (e candidato conservatore) Boris Johnson, che non è riuscito dove anche Theresa May aveva fallito: far approvare al Parlamento di Westminster l’accordo di uscita dall’Unione Europea.
Il vero fulcro delle elezioni in Regno Unito, e di tutta la campagna elettorale degli ultimi mesi, è stata proprio la Brexit: con una vittoria, infatti, Johnson spera di ottenere una maggioranza sufficiente a Westminster affinché venga approvato l’accordo e si realizzi così la tanto agognata uscita della Gran Bretagna dall’Ue.
Ma il premier inglese aveva contro molti candidati “pericolosi”: su tutti, il leader del Partito laburista Jeremy Corbyn, che invece ha promesso un nuovo referendum per capire se i sudditi di Sua Maestà abbiano ancora voglia di realizzare la Brexit. I principali candidati alla vittoria erano quindi Johnson – in vantaggio secondo gli ultimi sondaggi – e Corbyn, ma alla vigilia l’impressione era che nessuno dei due potesse ottenere una maggioranza. E che, dunque, sarebbero state necessarie alleanze con altri partiti minori per formare il nuovo governo.