Elezioni Portogallo 2019, il Partito socialista del primo ministro Costa è pronto al bis
Stabilità, crescita doppia rispetto all’Europa, disoccupazione al minimo storico: la vittoria è scontata. Ma il premier socialista dovrà rinegoziare con gli alleati a sinistra
Elezioni Portogallo 2019
Oggi domenica 6 ottobre 2019 il Portogallo si è recato alle urne. Per i primi exit poll i socialisti sono avanti al 34,5-38,5 per cento, quindi il premier Costa si avvia verso una rielezione.
A livello record l’astensione con un’affluenza prevista di poco superiore al 50 per cento.
Le ultime elezioni si erano tenute nel 2015 e la coalizione di centro-destra, formata dal Partito Social Democratico e dal CDS – Partito Popolare era riuscita ad ottenere la maggioranza relativa dei voti senza arrivare alla maggioranza assoluta.
Mentre la sinistra collassa nei consensi un po’ ovunque in Europa (e non solo), non si può dire lo stesso in Portogallo, dove si avvia a una vittoria tanto larga, quanto sorprendente. Alle elezioni politiche del 6 ottobre, stando ai sondaggi, il fronte composto da socialisti, comunisti, Verdi e blocco di sinistra potrebbe arrivare ben oltre il 50 per cento (i primi da soli a sfiorano già il 40 per cento).
Per il premier Antonio Costa, la quasi certezza di ottenere un secondo mandato. Arrivato un po’ per caso alla guida del governo, più per un gioco di palazzo che non per una reale vittoria alle urne, l’uomo è riuscito a resuscitare il suo partito, grazie al rinvigorimento dell’economia.
Secondo i dati del ministero dell’Interno, alle quattro di pomeriggio l’affluenza era del 38,59 per cento sul totale dei 10,8 milioni di elettori iscritti. Una cifra che rappresenta un calo di 5,79 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni legislative.
Gli exit poll
E se i risultati saranno confermati dallo spoglio dei voti dovrà cercare da domani il partner con cui governare per i prossimi quattro anni il Paese.
Il partito del premier uscente avrebbe conquistato tra il 34,5 per cento e il 38,5 per cento dei voti contro il 32 per cento del 2015.
I socialdemocratici (centrodestra) dell’ex-sindaco di Porto Rui Rio sono crollati dal 38,5 per cento a una forbice compresa tra il 24,6 per cento e il 28,6 per cento.
Le urne hanno premiato tutti e tre i partiti della gerinconça (letteralmente l’ammucchiata) l’alleanza di sinistra che ha governato il Portogallo dal 2015 portandolo fuori dalla crisi grazie a una politica che ha cancellato alcune delle misure imposte dalla Troika senza far saltare – grazie anche all’ottima congiuntura economica e al boom del turismo – gli equilibri di bilancio.
Il Bloco de Esquerda è accreditato di una percentuale tra il 7,7 e l’11,7 dei voti (10,1 per cento nel 2015) la coalizione tra comunisti e verdi sarebbe tra il 6 per cento e l’8 per cento (5 per cento quattro anni fa).
Buona ma inferiore alle attese la performance di Pessoas animais e natureza (Pan), il movimento ambientalista che cavalca l’effetto Greta, che sarebbe tra il 2,7 per cento e il 4,7 per cento.
La leadership di Costa
Il 27 ottobre il Presidente della Repubblica Aníbal Cavaco Silva aveva conferito a Pedro Passos Coelho l’incarico di formare il governo, ma l’esecutivo era caduto il 10 novembre dopo una mozione di sfiducia.
Dopo 51 giorni di stallo Il Partito Socialista, il Presidente della Repubblica aveva dunque conferito l’incarico di formare il governo al leader socialista António Costa. Alla fine di lunghi negoziati il nuovo governo socialista riceve il sostegno senza partecipazione del Blocco di Sinistra e della Coalizione Democratica Unitaria (che include Partito Comunista Portoghese e Verdi)
Nonostante l’alto debito pubblico che nel 2011 costrinse il partito socialista a ricorrere a un piano da 78 miliardi finanziato dalla Troika, negli ultimi 5 anni il Pil è salito del 10 per cento e molti analisti parlano addirittura di boom economico. Nel 2018 il deficit è stato allo 0,5% e oggi si aggira intorno all’ 1,7.
La crescita ha permesso al governo di varare dei provvedimenti che gli hanno valso un enorme consenso fra l’elettorato popolare come l’aumento dell’età pensionabile per i dipendenti pubblici e un innalzamento del salario minimo.
Il trionfo del partito socialista è stato riconfermato anche alle ultime elezioni europee in cui ha ottenuto il 33,8 per cento.
Come si svolgono le elezioni 2019 in Portogallo
I portoghesi sono chiamati a votare per l’elezione del nuovo governo che rimarrà in carica fino al 2023. Verranno eletti i 230 nuovi deputati dell’Assemblea della Repubblica (il parlamento portoghese). Il sistema elettorale del Portogallo è di tipo proporzionale e le votazioni sono suddivise in 20 circoscrizioni elettorali costituite da 18 distretti amministrativi e 2 regioni autonome. Non c’è alcuna soglia di sbarramento per entrare in parlamento.
Portogallo, quali sono i partiti in corsa alle elezioni 2019
Le principali forze in corsa oltre al partito socialista del primo ministro uscente sono:
il Psd, il partito di centro-destra
il Be, il “Bloco de Esquerda”, il “Blocco di sinistra” che è dato al sei per cento
il Partito comunista (PCP) di Jeronimo de Sousa, dato al 5%
il PAN, il partito ecologista che è l’unico in crescita in queste elezioni ed ha raggiunto il 4 %
Ad eccezione del partito ecologista e di quello socialista, tutte le altre forze politiche alternative hanno perso consensi. I voti del BE e del PCP sembrano invece essersi spostati sul Partito socialista tuttora al governo.
Elezioni Portogallo: i sondaggi elettorali
I sondaggi attuali vedono i socialisti al 38% e il centro destra (PSD) al 23%. Quasi certamente quindi il partito socialista vincerà le elezioni, resta però da capire se riuscirà ad ottenere la maggioranza assoluta o se dovrà appoggiarsi come nella precedente legislatura al sostegno della sinistra radicale.
La domanda, tuttavia, non è chi vincerà le elezioni ma piuttosto di quanto vincerà il PS e se disporrà di una maggioranza assoluta o dovrà contare ancora una volta sul sostegno dei partiti di sinistra. Il Portogallo viene elogiato da Bruxelles come modello di paese del sud dell’Europa che sta uscendo dalla crisi, mente il ministro delle finanze Mário Centeno ricopre attualmente la carica di presidente dell’Eurogruppo. Il governo socialista ha sostenuto la nomina della Von der Leyen alla presidenza della Commissione.