Elezioni midterm 2018 Stati Uniti: i sondaggi e le previsioni
Elezioni midterm 2018 sondaggi | Il 6 novembre i cittadini statunitensi sono chiamati alle urne per le elezioni di metà mandato, considerate una sorta di referendum su Trump.
I sondaggi danno attualmente i democratici in vantaggio del 7 per cento sui repubblicani. (Qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale e le ultime notizie)
Previsioni che non stupiscono dal momento che storicamente il partito che si è aggiudicato le presidenziali due anni prima è in svantaggio alle elezioni di midterm, che si tengono appunto a metà mandarto, due anni prima e due anni dopo le elezioni presidenziali.
Quando era presidente Bill Clinton, il suo partito perse le elezioni di midterm del ’94 e del ’98. Così come George W. Bush che durante la sua presidenza perse le elezioni di medio termine del 2006. Stessa sorte toccò a Barack Obama, nel 2014.
È per questo che gli analisti sostengono che i democratici possano avere la meglio alla Camera dei rappresentanti. Mentre, nonostante le difficoltà di un risultato non scontata, alla fine i repubblicani dovrebbero riuscire a spuntarla al Senato.
La campagna elettorale dei repubblicani, e di Trump in prima persona, in questi ultimi giorni prima del voto si sta concentrando infatti sul Senato, per difendere, e allargare, la maggioranza attuale.
Secondo alcuni sondaggi i democratici possono contare su 205 seggi alla Camera dei deputati, contro i 199 dei repubblicani, con 31 seggi ancora in ballo, contesi tra i due partiti. Attualmente, sui 435 seggi totali, i democratici ne controllano 193 contro i 235 dei repubblicani. Per riuscire a strappare la maggioranza i democratici dovrebbero riuscire a vincere almeno 23 seggi ai repubblicani, oltre a quelli vinti nel 2016.
Al Senato, secondo i sondaggi Real Clear Politics, i Repubblicani potrebbero riconfermare i loro 51 senatori, e acquisirne due nuovi, arrivando a 43, contro i 47 dei democratici.
Anche secondo il popolare sito di sondaggi FiveThirtyEight, i repubblicani dovrebbero confermare la loro maggioranza al Senato e perdere quella alla Camera, dove i dem potrebbero guadagnare tra i 20 e i 59 seggi.
Secondo lo stesso sito, il presidente Trump al momento è apprezzato dal 42 per cento degli elettori.
Le elezioni di midterm sono importanti anche per quanto riguarda i governatori. Il 6 novembre si elegge il governatore in 36 stati su 50.
Secondo FiveThirtyEight, dopo le elezioni di medio termine, 24 stati saranno governati dai dem e 26 dai repubblicani.
Questo è il prospetto:
Elezioni midterm Usa 2018: il Congresso americano alla vigilia del voto
Al momento la Camera dei Rappresentanti è controllata dai Repubblicani (235 seggi su 435). Anche il Senato è controllato dai Repubblicani, con 51 senatori di maggioranza su 100.
Nonostante i democratici abbiano cercato di trasformare le elezioni in un referendum sul presidente, non bisogna dimenticare che in questi due anni l’amministrazione Trump ha fatto registrare buoni risultati in termini economici e occupazionali.
Le elezioni di midterm però sono da considerare in un’ottica più “territoriale”, rispetto alla sola questione “Casa Bianca”, che certamente ha il suo peso. Il Senato è composto da 2 senatori per ogni Stato, eletti per 6 anni.
In quasi tutti gli stati viene utilizzato il sistema maggioritario semplice: ogni elettore vota per un candidato e viene eletto il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti, a eccezione della Louisiana, che invece adotta un metodo uninominale a doppio turno.
I seggi della Camera dei rappresentanti sono invece ripartiti tra gli Stati in proporzione alla rispettiva popolazione. Ciascuno Stato ha diritto ad almeno un rappresentante. I seggi sono attualmente 435. Ad essi si aggiungono sei delegati che rappresentano il Distretto di Columbia, Porto Rico, e i territori delle Samoa Americane, di Guam, delle Marianne Settentrionali e delle Isole Vergini americane, che però non hanno diritto di voto.
I rappresentanti sono eletti in collegi uninominali, che devono avere approssimativamente la stessa popolazione.
In quasi tutti gli stati viene utilizzato per l’elezione il sistema maggioritario semplice: ogni elettore vota per un candidato e viene eletto il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti. Anche alla Camera l’eccezione è rappresentata dalla Louisiana, dove si usa il sistema elettorale francese a doppio turno.
La Camera dei rappresentanti è eletta per due anni. Alle elezioni di midterm infatti, a differenza del Senato, si rinnovano tutti e 435 seggi.
Se i democratici, come dicono i sondaggi, dovessero conquistare la maggioranza alla Camera, potrebbero avviare il procedimento di impeachment ai danni del presidente, oltre che mettere i bastoni fra le ruote alle politiche di Trump.