Hong Kong sfida Pechino eleggendo giovani candidati radicali
La tornata elettorale di domenica ha portato in parlamento volti nuovi e risoluti che si oppongono all'influenza cinese e sognano l'indipendenza
Numerosi candidati democratici e indipendentisti hanno ottenuto dei seggi alle elezioni di domenica 4 settembre 2016 per il Consiglio legislativo di Hong Kong.
Pechino non ha gradito il successo dei candidati radicali e ha dichiarato che si oppone in maniera categorica a ogni forma di indipendenza per Hong Kong, asserendo che violerebbe la costituzione della Cina e che minerebbe la sicurezza e la prosperità della città.
La Cina respinge qualsiasi forma di dissenso venga manifestata nell’ex colonia britannica, mentre Hong Kong mal sopporta l’ingerenza di Pechino negli affari cittadini.
Queste elezioni hanno consentito al blocco democratico dell’opposizione di ottenere un terzo dei 70 seggi disponibili, sufficiente a porre il veto sulle proposte di legge e sulla spesa pubblica e utile a controbilanciare l’influenza cinese.
Entrano in aula alcuni volti nuovi, giovani e risoluti, tra cui il 23enne Nathan Law che aveva guidato le proteste di massa contro il partito comunista cinese nel 2014.
La Cina ha ottenuto il controllo di Hong Kong dal Regno Unito nel 1997 e secondo l’accordo concordato allora si è impegnata a garantire 50 anni di relativa autonomia alla città, fecondo centro commerciale e finanziario.
Pechino non intende prendere in considerazione alcuna istanza separatista, ma la popolazione locale ha in più occasioni manifestato di non gradire il giogo cinese, con la sua limitazione delle libertà e dei diritti, e in questa tornata elettorale sembra aver sposato un atteggiamento di aperta sfida nei confronti della Cina.