Elezioni in Canada 2019: Trudeau avanti ma senza maggioranza
Gli elettori canadesi alle urne lunedì 21 ottobre per eleggere un nuovo primo ministro, dopo sei settimane di insolita campagna elettorale incentrata sulle personalità più che sui programmi dei vari leader politici
Elezioni in Canada 2019: Trudeau avanti
I liberali di Justin Trudeau vinceranno ma non conquisteranno la maggioranza, e il premier uscente dovrà formare un governo di minoranza. È questo il principale dato che emerge dalle elezioni in Canada, dove ieri, lunedì 21 ottobre, si è votato per la Camera dei Comuni, la camera bassa del parlamento nazionale e l’unica ad essere elettiva come avviene nel sistema britannico.
Secondo le proiezioni della tv pubblica canadese Cbc i liberali di Trudeau conquisteranno 158 dei 338 seggi della House of Commons, 26 in meno rispetto al 2015 e sotto la soglia di maggioranza, che è fissata a quota 170. Nelle precedenti elezioni il partito del premier uscente aveva conquistato 184 deputati. I liberali invece avranno 119 seggi, 22 in più.
Nelle proiezioni i conservatori di Andrew Scheer vincono di un soffio il voto popolare con il 34,1 per cento dei consensi, contro il 33,5 per cento dei liberali di Trudeau. Alla vigilia delle elezioni i sondaggi indicavano un testa a testa tra i due partiti. Nel 2015 i liberali erano arrivati al 39,5 per cento, i conservatori al 31,9 per cento.
Alle elezioni in Canada 2019 si registra anche un exploit del Bloc Quebecois e un flop del Nuovo partito democratico. Il partito separatista che si è presentato solo in Quebec, sempre secondo le previsioni della Cbc, ha più che triplicato il numero dei seggi, da 10 a 32, diventando il terzo partito. Il Ndp invece si è quasi dimezzato: da 40 a 23. I Verdi guadagnerebbero un seggio a quota 4.
Il voto dopo gli scandali
Sono passati quattro anni dalle ultime elezioni, che furono vinte dal 43enne Justin Trudeau del Partito Liberale di centrosinistra: fino a quel punto era conosciuto solo come figlio di Pierre Elliott Trudeau, leggendario e carismatico ex primo ministro del Canada negli anni Settanta e nei primi Ottanta, ma poi è diventato a sua volta famoso in tutto il mondo.
Queste elezioni sono arrivate dopo una serie di scandali che negli ultimi mesi hanno coinvolto Trudeau in prima persona, facendogli perdere progressivamente molto del consenso che aveva conquistato fin qui. Al voto 2019 non si è presentato più quindi da grande favorito, ma appaiato nei sondaggi al candidato del Partito Conservatore, Andrew Scheer. Come dimostrato anche dalle prime proiezioni.
Gli orari di apertura e chiusura delle urne variavano da provincia a provincia e solo dopo le 19 ora di Ottawa (l’una di notte in Italia) sono arrivati i primi exit poll e i primi risultati. Le ultime province a chiudere i seggi sono state la British Columbia e lo Yukon territory, sul Pacifico.
Elezioni in Canada: lo spettro della secessione del Quebec
Per queste elezioni in Canada è tornato lo spettro della “Quebexit“, la secessione del Quebec. “Il Quebec dovrà considerare nuovamente di darsi tutti gli attributi della sovranità”, ha dichiarato in un comizio alla fine della sua campagna elettorale Yves-Francois Blanchet, leader del Bloc Quebecois che si presentava solo nella provincia a maggioranza francofona, dove era testa a testa con i liberali del premier uscente Justin Trudeau nelle intenzioni di voto (intorno al 32 per cento).
Una provincia diventata un campo di battaglia cruciale per l’esito del voto, con i suoi 78 seggi a disposizione su 388. Ma questa volta i due frontrunner, Trudeau e il leader conservatore Andrew Scheer, si sono ritrovati uniti nel condannare Blanchet.
“I canadesi devono stare uniti”, ha ammonito il capo del governo da Vancouver, condannando l’idea che la sovranità del Quebec sia ora la priorità numero uno del Bloc Quebecois. “Un voto per il blocco è un voto per un altro referendum”, ha avvisato Scheer, ricordando il fallimento dei primi due, di cui l’ultimo nel 1995, conclusosi sul filo di lana col 50,6 per cento a favore del “no”.
Il Canada è stato percorso storicamente da istanze separatiste, che riemergono in modo carsico, soprattutto durante le elezioni, come anche nel caso della provincia dell’Alberta, una delle aree più ricche di petrolio al mondo.
Come funziona il voto
Il voto si svolge in Canada con un sistema elettorale maggioritario puro a collegi uninominali (ogni parlamentare rappresenta un distretto elettorale) e in tutto si eleggono 338 membri della Camera dei Comuni. Per avere la maggioranza dei seggi in Parlamento è necessario quindi vincere almeno in 170 circoscrizioni (la metà più una).
Così come nel Regno Unito, anche in Canada il sistema elettorale è “first past the post“, quindi la percentuale di consenso di cui gode un partito non rispecchia necessariamente il numero di seggi che otterrà in Parlamento: in ogni circoscrizione viene eletto il candidato che ottiene la maggioranza dei voti e, se un partito non riesce a raggiungere la maggioranza relativa dei voti in nessun singolo collegio, non riceve nemmeno un seggio (è un sistema che di solito premia i grandi partiti, escludendo dal Parlamento o limitando molto quelli più piccoli).
Dagli ultimi sondaggi la situazione era apparsa piuttosto incerta, con nessun partito capace di ottenere maggioranza assoluta dei seggi, come era riuscito a fare invece Trudeau nel 2015. Come ipotesi più probabile era emersa quella del governo di minoranza (cosa successa di frequente nella storia politica del Canada) o un governo di coalizione.
Chi sono i candidati
I candidati per la carica di primo ministro erano Justin Trudeau del Partito Liberale, Andrew Scheer del Partito Conservatore, Elizabeth May dei Verdi, Jagmeet Singh del socialdemocratico Nuovo Partito Democratico (Ndp), Yves-Francois Blanchet del Bloc Québécois, il partito nazionalista di sinistra dei francofoni del Quebec e Maxime Bernier del Partito Popolare del Canada, di destra.
I due favoriti erano Trudeau e Scheer, leader dei due più importanti partiti canadesi nonché gli unici partiti ad aver governato il paese in tutta la sua storia insieme all’ex Partito Conservatore Progressista, che nel 2003 si fuse con lAlleanza Canadese per dare vita al nuovo Partito Conservatore.
Scheer, che ha 40 anni, è diventato leader del partito nel 2017, succedendo all’ex primo ministro Stephen Harper e alla sua sostituta ad interim Rona Ambrose, e negli ultimi mesi ha guadagnato sempre più consensi. In campagna elettorale si è presentato come un politico di centrodestra moderato, ha condannato ripetutamente ogni forma di intolleranza e razzismo e su diversi temi si è mostrato più vicino a Trudeau che al suo predecessore Harper. Allo stesso tempo, però, ha promesso una dura lotta nei confronti dell’immigrazione illegale, in particolare quella proveniente dall’America Centrale.
Gli ultimi sondaggi hanno stimato sia per il Partito Liberale che il Partito Conservatore al massimo 132 seggi, situazione che impedisce di governare da soli. Per effetto del sistema elettorale il Bloc Québécois, che a livello nazionale veniva indicato al 7 per cento dei consensi, risultava nelle rilevazioni terzo partito in Parlamento, con circa 35 seggi, seguito dal Nuovo Partito Democratico a 32.
Elezioni in Canada: la campagna elettorale
In questi anni il governo di Trudeau ha raggiunto buoni risultati economici, spinti da grandi investimenti infrastrutturali e da una maggiore spesa pubblica, e una diminuzione della disoccupazione, tutti fattori che di norma darebbero al partito di governo un grande vantaggio. Le cose però per Trudeau vanno meno bene di quanto ci si potrebbe aspettare, come dimostrano i sondaggi.
I temi principali della campagna elettorale sono stati infatti soprattutto gli scandali che hanno coinvolto Trudeau e il suo governo negli scorsi mesi. Il principale è quello legato all’azienda SNC-Lavalin, che si è concluso per il primo ministro canadese senza grosse conseguenze concrete ma con un grosso danno di immagine. L’altro, più recente, ha coinvolto la comparsa di una foto che lo mostra ventinovenne con la faccia colorata di nero, il cosiddetto “blackface”, considerato molto offensivo nei confronti delle persone afroamericane.
Durante il dibattito tra tutti i candidati che si è tenuto lo scorso 7 ottobre Trudeau e Scheer hanno avuto una discussione piuttosto intensa, con quest’ultimo che ha accusato Trudeau di essere “falso” e ha detto che non merita di essere rieletto. Trudeau ha replicato agli attacchi di Scheer criticando le sue posizioni sull’aborto: il leader dei Conservatori è antiabortista, anche se ha sempre detto che se eletto il suo partito non porterà avanti politiche per limitare l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza.
Un altro tema che ha avuto grande spazio nel dibattito è stato il cambiamento climatico e la salvaguardia dell’ambiente, su cui Trudeau è stato attaccato da tutti i partiti di opposizione.
Insomma, queste elezioni rappresentavano quasi un referendum sull’operato del leader progressista.