Le elezioni presidenziali in Argentina del 2015
Il 25 ottobre si vota per scegliere il nuovo capo di stato. Tra i candidati non ci sarà l'attuale presidente Cristina Kirchner, che ha raggiunto il limite di due mandati
Domenica 25 ottobre l’Argentina andrà alle urne per eleggere il nuovo presidente. L’attuale capo di stato Cristina Fernandez de Kirchner non potrà più candidarsi perché ha raggiunto il limite di due mandati consecutivi, nonostante nel 2013 il suo partito Frente para la victoria abbia tentato invano di cambiare la costituzione per abolirlo.
Lo stesso giorno, si rinnoveranno anche i 72 senatori e i 257 deputati che formano il Congresso argentino.
Qualora il 25 ottobre nessun candidato dovesse raggiungere la maggioranza assoluta dei voti, i due più votati si contenderanno la poltrona in un ballottaggio che si svolgerà il 22 novembre.
Non potendo presentare Cristina Fernandez de Kirchner, il Frente para la victoria ha scelto di candidare Daniel Scioli, nonostante le resistenze interne da parte della coalizione, che non lo considera sufficientemente vicino alla presidentessa uscente.
Daniel Scioli, 58 anni, è il governatore della provincia di Buenos Aires e un esponente del Partito Giustizialista – perno della coalizione elettorale del Frente para la victoria. Il candidato è inoltre stato vicepresidente dell’Argentina tra il 2003 e il 2007.
Il principale rivale elettorale di Daniel Scioli è Mauricio Macri, sostenuto dalla coalizione di centrodestra Cambiemos. Macri, 56 anni, è governatore della città di Buenos Aires.
Terzo incomodo in questa corsa è Sergio Massa – sindaco della città di Tigre, nei pressi della capitale Buenos Aires – che nel 2013 abbandonò la coalizione del Frente para la victoria per fondare il Frente Renovador, forte anche del sostegno di diversi sindaci e dell’ex presidente dell’Unione degli industriali argentini, José Ignacio de Mendiguren.
Secondo i sondaggi, Daniel Scioli è saldamente in testa dallo scorso agosto, e a pochi giorni dal voto continua a mantenere questa posizione. Una recente rilevazione gli assegna il 39 per cento dei consensi, mentre l’inseguitore principale sarebbe Mauricio Macri con il 31 per cento dei voti. Per Sergio Massa, invece, i consensi si attesterebbero intorno al 18 per cento.
Nel video: le immagini di una protesta a Buenos Aires, in cui i dimostranti chiedevano migliori condizioni lavorative